“Bro, questa cosa mi fa crashare di brutto, tipo che è un vibe pazzesco, full tilt!” – Ma come parli?
Questo è l’incipit del programma radiofonico Ma come parli, in onda il lunedì alle 11:55 dalla sede Rai del Friuli Venezia Giulia, a cura di Raffaella Cavallo, Arianna Zani, Giacomo Plozner e Marco Fornasin.
Il programma si propone di decodificare in modo corretto la comunicazione delle generazioni Alfa e Z, partendo dall’assunto che la lingua è un organismo vivente in continua evoluzione.
Ogni settimana, la conduttrice Raffaella Cavallo affronta un argomento diverso, ospitando adolescenti, esperti e genitori. Un format ben congeniato che permette di ascoltare i diversi punti di vista e metterli a confronto.
L’obiettivo?
Creare un vocabolario accessibile per parlare del mondo dei giovani, riducendo al minimo l’incomprensione derivante dalla distanza generazionale.
In questo contesto, sono stato invitato come esperto nel mese dedicato al tema podcast (ascolta qui la puntata). Nella puntata inaugurale ho raccontato la mia visione di cos’è un podcast e perché ho scelto di entrare in questo mondo. Spero di aver aiutato chi ha ascoltato il programma a fare un po’ di chiarezza.
La seconda puntata (disponibile qui) è stata dedicata alle generazioni Alfa e Z. Si è discusso di come e perché ascoltano i podcast e in che modo li fruiscono. Come sempre, i ragazzi sono sorprendenti e il loro approccio non è mai scontato.
Nel terzo appuntamento (ascolta qui), ho partecipato a un confronto con la conduttrice e i ragazzi. Una puntata interessante, perché il dialogo tra generazioni porta sempre a riflessioni significative.
C’è una morale finale? Non proprio!
C’è solo uno strumento – il podcast – che può essere declinato in moltissimi modi, con formati diversi e rivolto alle più svariate nicchie. Spazio alle idee e alla fantasia!