Madeleine: La storia del dolce più evocativo di sempre

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Madeleine: La storia del dolce più evocativo di sempre
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Madeleine: La storia del dolce più evocativo di sempre.

Monsieur Marcel Proust, nella sua opera monumentale “Alla ricerca del tempo perduto”, racconta di quella volta in cui sua madre gli propose per merenda un tè con dei particolari dolcetti.

Al primo assaggio, questi dolcetti ebbero il potere di evocare al nostro protagonista una sensazione di straordinario benessere, riportandolo all’infanzia e ai momenti felici. C’è chi questa sensazione, con terminologia medica, la chiama “memoria involontaria” ma per la maggior parte delle persone è “l’effetto Madeleine”.

Le Madeleine sono dei dolcetti piccoli e soffici a base di farina, burro, zucchero e uova contraddistinte per avere la forma di una conchiglia di capasanta.

Ma, prima che Marcel Proust le rendesse così famose e internazionali, chi preparava le Madeleine? E perché? Le versioni sono contrastanti, ça va sans dire!

Versione n.1: dobbiamo andare nel Medioevo, quando iniziarono i primi pellegrinaggi a Santiago de Compostela. Ebbene, qual è il simbolo di San Giacomo e dei pellegrini? Esatto proprio la conchiglia di capasanta. Sembrerebbe infatti che una ragazza di nome Madeleine, preparasse dei dolcetti negli stampi ricavati con le conchiglie di capasanta per poi distribuirli ai pellegrini in viaggio verso la Galizia.

Questa versione però non ci convince granché.

Versione n.2: entra in gioco di nuovo lui, il principe in esilio Stanislao Leszczynski, già re di Polonia e granduca di Lituania. Quello del babà.

Ebbene il nostro gourmand preferito riceveva spesso ospiti e, quando si va in visita ad un reale -anche se in esilio- mica ci si presenta a mani vuote.

Siamo nel 1755 e la marchesa Perrotin de Baumont, invitata ad un ricevimento al palazzo di Commercy, pensò di far preparare alla sua cuoca un vassoio di dolci da portare quale cadeau per il goloso principe.

La cuoca, tale Madeleine Paumier, preparò allora dei dolcetti seguendo una ricetta che le aveva insegnato la nonna. Erano dei buffi dolci rigonfi che venivano preparati usando come stampo le conchiglie di capasanta.

Tutto torna. La marchesa portò il vassoio al principe, il principe lo fece girare… ehm fece assaggiare i dolcetti ai suoi ospiti e in men che non si dica tutti a chiederne ancora. Un successone!

Il principe Stanislao chiese quindi alla cuoca Madeleine di preparargli una scatola di dolcetti da spedire in Francia alla figlia prediletta Maria, quella sposata con il re Luigi XV.

I dolcetti, ribattezzati Madeleine in onore della cuoca, arrivarono dunque a Versailles.

Da lì in poi il loro successo divenne mondiale.

Eppure Commercy, piccolo paese della Lorena, dove vennero preparate per la prima volta rimase la patria delle Madeleine. Ci fu addirittura un periodo in cui le scatole contenenti le Madeleine venivano vendute sulla banchina della stazione ferroviaria di Commercy, attraverso i finestrini del treno.

Se mai vi dovesse capitare di trovarvi da quelle parti, sappiate che è possibile fare degustazioni di Madeleine nei piccoli laboratori artigianali della cittadina. Chissà se quegli assaggi vi apriranno il cassetto dei ricordi.


Le storie di cucina sono infinite, così come i suoi protagonisti. Manca il Sale, è un podcast originale di Annalisa Sandri. La voce della sigla è di Vittorio, la produzione e il sound design di Michael Hammer. Tutte le puntate di MANCA IL SALE, le puoi ascoltare su udinepodcast.it.

MANCA IL SALE lo puoi ascoltare su Amazon Music, Spotify, YouTube Music e Apple Podcast.

Autore

  • Mi chiamo Annalisa e amo cucinare. Se è vero che è l’amore a far girare il mondo, nel mio caso è stato per amore che ho imparato a spadellare ed è per amore e con amore che spadello ogni giorno. Devo ringraziare chi, proprio con amore (e con tanta pazienza!), assaggia le mie preparazioni, elogiando o criticando a seconda del risultato. Ed è la stessa persona che mi ha spinta a creare questo blog! Confesso che non ero in grado di cucinare nemmeno una pastasciutta (il risultato era una di queste opzioni: o scotta, o cruda, o insipida o… una salina!) e mi sono avvicinata ad un mondo di sapori, profumi e colori che mi ha conquistata. Ho iniziato da “grande”, frequentando nel 2003 un “corso base” di cucina, e da allora non mi sono più fermata. Ho frequentato decine di corsi di cucina… imparando a preparare un’infinità di piatti. Devo dire che tutto ciò che è “culinaria” mi affascina: libri e film sull’argomento, ristoranti e trattorie, preparati e composti, vini e pozioni… qualsiasi cosa purché entri nel mio mondo preferito. Non mi considero una cuoca, né ho velleità di esserlo! Prendo spunti, rielaboro, riassemblo e… quando cucino non mi accorgo del tempo che passa, non ho più pensieri né preoccupazioni, perché lo stare davanti ai fornelli è per me totale e puro relax!

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