assistenti vocali

Come gli assistenti vocali influenzano l’ascolto dei contenuti audio

Negli ultimi anni, gli assistenti vocali intelligenti come Amazon Alexa e Google Assistant sono entrati in milioni di case in tutto il mondo. La loro diffusione ha rivoluzionato il modo in cui accediamo alle informazioni, gestiamo la casa, ascoltiamo musica e, in particolare, consumiamo contenuti audio come podcast, audiolibri e notizie. Ma in che modo questi strumenti stanno influenzando le nostre abitudini di ascolto? E quali opportunità si aprono per i creatori di contenuti audio e per le aziende?

In questo articolo approfondiremo:

  • L’evoluzione degli assistenti vocali
  • Come stanno modificando il comportamento degli utenti
  • L’impatto sul podcasting e la produzione audio
  • Le opportunità per il marketing vocale
  • Le sfide e le implicazioni future

L’evoluzione degli assistenti vocali

Alexa e Google Assistant sono più di semplici gadget: sono diventati veri e propri nodi di interazione tra l’uomo e l’intelligenza artificiale. Quando Amazon ha lanciato Alexa nel 2014, e Google ha risposto poco dopo con il suo Assistant, nessuno avrebbe immaginato quanto velocemente questi dispositivi avrebbero modificato la quotidianità domestica.

Oggi, milioni di persone utilizzano questi strumenti per:

  • Controllare dispositivi smart home
  • Impostare sveglie e promemoria
  • Ricevere aggiornamenti sul meteo o il traffico
  • E, soprattutto, ascoltare contenuti audio

La voce è diventata una delle principali interfacce di accesso alle informazioni, e questo ha avuto conseguenze significative sul modo in cui vengono prodotti, distribuiti e scoperti i contenuti audio.

Cambiamenti nelle abitudini di ascolto

Gli smart speaker stanno trasformando l’ascolto da un’esperienza attiva e pianificata a una passiva e contestuale. Ecco alcuni dei principali cambiamenti:

  1. Frizione ridotta: Con un semplice comando vocale, è possibile ascoltare un podcast o una playlist senza nemmeno toccare lo smartphone. Questo abbassa drasticamente la barriera di accesso, rendendo l’ascolto un gesto istintivo, naturale.
  2. Ascolto contestuale: Gli assistenti vocali sono spesso utilizzati in momenti di multitasking: mentre si cucina, si pulisce o si lavora da casa. Il contenuto audio, quindi, si adatta alla routine quotidiana e diventa parte dell’ambiente.
  3. Ricerca vocale semplificata: Il modo in cui chiediamo i contenuti è cambiato: non digitiamo più “podcast true crime italiani 2024”, ma chiediamo “Alexa, fammi ascoltare un podcast di crimini veri”. Questo obbliga i creatori a pensare al modo in cui i propri contenuti sono scoperti e indicizzati.
  4. Durata e formato dei contenuti: C’è una crescente tendenza verso contenuti più brevi, facilmente digeribili, che si adattano a sessioni di ascolto frammentate durante la giornata. Miniserie, aggiornamenti flash e micro-podcast si stanno diffondendo proprio per questo motivo.

Podcasting e smart speaker: un connubio strategico

I podcast hanno trovato negli smart speaker un alleato naturale. Amazon e Google hanno stretto partnership con piattaforme come Spotify, Apple Podcasts e TuneIn per integrare l’esperienza d’ascolto direttamente nei dispositivi. Per i podcaster, questo rappresenta una grande opportunità.

Accessibilità e reach: Essere presenti sugli smart speaker significa entrare nelle case senza passare da piattaforme intermedie. Una maggiore accessibilità si traduce in una potenziale espansione del pubblico, in particolare tra gli utenti meno tecnologici.

Personalizzazione vocale: Gli assistenti vocali imparano le abitudini dell’utente e propongono contenuti in base agli interessi. Questo apre la porta a un livello di targetizzazione che può essere estremamente efficace per i podcaster e per chi si occupa di branded content.

Skill e Action dedicate: È possibile sviluppare esperienze vocali personalizzate, chiamate “Skill” (su Alexa) o “Action” (su Google Assistant), che permettono di offrire contenuti interattivi, quiz audio, aggiornamenti giornalieri, percorsi guidati di ascolto. Un’interazione più immersiva, che trasforma l’ascolto in esperienza.

Marketing vocale: la nuova frontiera della comunicazione

Con l’aumento dell’utilizzo degli smart speaker, anche le aziende stanno iniziando a esplorare il potenziale del marketing vocale. Questo approccio si basa sull’idea di interagire con i consumatori attraverso la voce, in modo diretto e naturale.

Brand voice e identità sonora: Ogni interazione vocale è un’opportunità per rafforzare la brand identity. Le aziende stanno sviluppando una propria “voce” riconoscibile, investendo in jingle, speaker digitali personalizzati, toni vocali coerenti con il posizionamento.

Pubblicità vocale nativa: Proprio come nei podcast, anche negli smart speaker si stanno diffondendo formati pubblicitari nativi: brevi spot audio, inseriti in modo fluido nelle conversazioni con l’assistente. Il tasso di attenzione, in questo caso, è spesso molto più alto rispetto ad altri canali digitali.

Voice commerce: Attraverso Alexa e Google Assistant, è possibile anche effettuare acquisti: ordinare prodotti, fare liste della spesa, prenotare servizi. Per i brand, si apre un nuovo canale di vendita con dinamiche completamente nuove.

Sfide da affrontare

Nonostante le opportunità, l’ascolto attraverso assistenti vocali pone anche alcune sfide:

  1. Limitazioni nella scoperta dei contenuti: Le interfacce vocali offrono meno visibilità rispetto a una homepage o a un’app mobile. L’utente riceve una o due opzioni, non una lista completa. Questo significa che i contenuti devono essere perfettamente ottimizzati per la ricerca vocale.
  2. Dipendenza da piattaforme chiuse: Alexa e Google Assistant sono ecosistemi chiusi, che controllano la distribuzione e l’accesso. I creatori di contenuti hanno meno controllo sulla presentazione dei loro prodotti e dipendono da regole in continuo cambiamento.
  3. Dati e metriche limitati: A differenza delle app di podcasting, che offrono statistiche dettagliate, gli smart speaker forniscono dati molto più limitati sull’ascolto. Questo rende più difficile ottimizzare contenuti e campagne.

Il futuro dell’ascolto è conversazionale

Tutte le tendenze ci dicono una cosa: il futuro dell’ascolto sarà sempre più legato all’interazione vocale. Man mano che Alexa, Google Assistant e altri assistenti diventano più intelligenti, l’esperienza audio diventerà più personalizzata, più immersiva e sempre più integrata nella nostra quotidianità.

Si aprono nuovi scenari:

  • Podcast personalizzati in base all’umore o al tempo
  • Notiziari vocali locali aggiornati in tempo reale
  • Narrazioni interattive in stile “scegli la tua avventura”
  • Integrazione tra podcast e smart home (es. “riproduci il podcast quando arrivo a casa”)

Cosa puoi fare tu, oggi!

Se produci contenuti audio o gestisci un brand che comunica attraverso la voce, ci sono alcune azioni concrete che puoi intraprendere:

  • Ottimizza i tuoi contenuti per la ricerca vocale: usa titoli semplici, descrizioni naturali, parole chiave parlanti.
  • Sviluppa una Skill o Action dedicata: anche un semplice aggiornamento quotidiano può fidelizzare il pubblico.
  • Pensa in ottica vocale: come si presenta il tuo brand a livello sonoro? Hai una voce riconoscibile?
  • Monitora l’evoluzione delle piattaforme: le regole e le opportunità cambiano rapidamente, essere aggiornati è fondamentale.

Alexa, Google Assistant e gli assistenti vocali in generale stanno trasformando il modo in cui ascoltiamo i contenuti audio. Non si tratta solo di una nuova tecnologia, ma di un cambio di paradigma: da un’interazione attiva e visiva a una conversazionale, spontanea, continua.

Chi saprà comprendere e sfruttare questa trasformazione potrà accedere a nuove audience, rafforzare il proprio brand e innovare il modo di fare storytelling. Il futuro della voce è appena cominciato.

A Udine Podcast stiamo studiando un progetto interattivo nel quale coinvolgere l’IA e gli assistenti vocali, una bella sfida!

Autore

  • Michele Menegon

    Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla! A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 approdo a Radio Italia Network. Ideatore del programma radiofonico techno Master Quick, tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi, il più famoso dei quali è Barraca Destroy. Nel 1996 divento Direttore Artistico di Radio Italia Network e sono il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero passare attraverso i computer. Nel 2000 entro nella casa discografica Hit Mania come Direttore Generale, lanciando il fenomeno Lùnapop. Nel 2001 torno alla radio per seguire lo start-up del progetto Radio LifeGate. Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company, e in parallelo entro nel mondo del fitness, ottenendo diverse certificazioni: dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al Bose ecc. Dal 2008 sono Product Manager di Music Master, il software leader mondiale per la programmazione radio-televisiva. Nel 2011 costruisco con Alessandro Bellicini il progetto digitale di Golf Today, seguito poi dalle testate Amadeus e Sci. Nel 2019 portiamo il know-how all’editore Publimaster per le testate Golf & Turismo e Sciare. Nel 2021 fondiamo 3Mind, con cui nasce il progetto Notizie Golf, che lascio nel 2022. Nel 2023 lancio il progetto Udine Podcast, con l’obiettivo di produrre podcast realizzati da udinesi. Il primo è Udinesi Dentro, ma oggi la piattaforma ospita anche: Manca il Sale di Annalisa Sandri I racconti di So e Nanà di Nicoletta Agosto DiscoSauro di Alessandro De Cillia Radici in Stoffa di Silvia Cacitti Spazio Comune, realizzato per l’azienda Chiurlo. Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un triathleta. Un cancro, nel 2019, avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto di oncologia di Udine sono ancora qui — con il mio tumore — a raccontare un’altra storia. Obiettivi futuri? Completare un Ironman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare radio libera! Lo so, sono progetti utopici. Ma bellissimi.

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