
FARINATA – La tempesta in mare più gustosa di sempre
Anno Domini 1284. Tra le due Repubbliche marinare di Genova e di Pisa non correva buon sangue anzi, per dirla tutta non si sopportavano proprio. Alleanze, patti, strategie e baruffe continue. Questo era ciò che accadeva alla fine del 1200, quasi 1300, quando nel Mar Mediterraneo ce le si dava di santa ragione.
Ad agosto del 1284 quindi, le due repubbliche marinare erano proprio ai ferri corti. Nel giorno di San Sisto, il 6 di agosto, i Genovesi decisero di sferrare un potente attacco. Ai Pisani però la scelta della giornata faceva gioco, il 6 agosto infatti a Pisa si festeggia il Santo Patrono -Sisto appunto- pertanto la benevolenza dall’alto era garantita. Peccato che, al momento della benedizione delle navi pronte a salpare, all’Arcivescovo di Pisa si staccò la croce d’argento dal pastorale, il che non era esattamente un buon auspicio.
La flotta genovese, in formazione a falcata, speronò le navi pisane con il rostro per poi abbordarle e lì furono botte da orbi. La battaglia, conosciuta come battaglia della Meloria, vide la netta sconfitta pisana.
Ma la storia, si sa, riserva spesso risvolti ironici e qui entriamo in campo noi.
Le galee genovesi mentre rientravano in porto a Genova, cariche di prigionieri pisani, vennero colte da una tempesta.
Trambusto generale, barilotti d’olio che rullavano sul ponte, sacchi pieni di farina di ceci inzuppati d’acqua di mare. Le provviste erano perdute, un disastro nel disastro.
Ma i prigionieri avevano fame. Con spregio quindi, i genovesi dissero loro di mangiare quella poltiglia di farina di ceci ammollata nell’acqua salata e zuppa d’olio che si era formata sul ponte.
Chiaramente rifiutarono l’offerta. Però, “più ch’el dolor potè il digiuno” e il riferimento al Sommo Poeta, non è affatto casuale. Infatti la colpa della sconfitta di Meloria se la prese proprio quel Conte Ugolino lì.
Dicevamo quindi che i prigionieri pisani avevano una fame da lupi. Ed eccoli che, con circospezione si avvicinano alla poltiglia, ormai divenuta solida e croccante sotto il sole d’agosto, e… sorpresa!
Quella sorta di frittella era buonissima. Talmente buona che in seguito i genovesi la fecero propria, chiamandola con scherno degli sconfitti “oro di Pisa”, tanto per far capire com’era andata.
La farinata è tuttora un piatto molto amato delle cucina genovese, ma anche di quella pisana dove è conosciuta con il nome di cecina. Diffusa in molte zone costiere del Mediterraneo (ne esiste anche una versione sarda) viene preparata in tipiche teglie di rame.
Vi sono moltissime varianti di questo piatto che, meglio specificarlo, non viene cotto al sole ma dentro il forno.
Le storie di cucina sono infinite, così come i suoi protagonisti. Manca il Sale, è un podcast originale di Annalisa Sandri. La voce della sigla è di Vittorio, la produzione e il sound design di Michael Hammer. Tutte le puntate di MANCA IL SALE, le puoi ascoltare su udinepodcast.it.
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