Idjut Boys, i maestri del tempo dilatato.

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Idjut Boys, i maestri del tempo dilatato.
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Questo pòdcast è dedicato al duo Idjut Boys, maestri del tempo dilatato.

Corazon (2001)

Negli archivi della musica elettronica britannica, poche storie sono tanto affascinanti quanto quella degli Idjut Boys, il duo formato da Conrad McDonnell e Dan Tyler che da oltre due decenni continua a ridefinire i confini tra disco, house e dub. La loro storia ha inizio alla fine degli anni Ottanta a Cambridge, quando McDonnell lavorava come bagnino e Tyler studiava all’università. Il destino li unì negli eventi Tonka di Brighton, dove scoprirono una passione condivisa per sonorità che stavano ridisegnando il paesaggio musicale dell’epoca.

Cream Cheese (1995)

Formarono il duo ufficialmente nei primi anni Novanta, durante un periodo particolarmente elettrizzante nella storia della dance music, quando l’acid house e il breakbeat avevano conquistato il mainstream britannico. Il nome stesso racconta di un’epoca e di un’attitudine: in lingua sundanese (parte delle lingue tradizionali indonesiane), “Idjut” significa “fare l’amore”, una scelta che rivela immediatamente l’approccio sensuale e giocoso alla musica che caratterizzerà tutta la loro carriera.

Turntable Turbulance (1995)

Dal loro studio nel nord di Londra, McDonnell e Tyler hanno gestito tre etichette discografiche e prodotto la loro house infettiva, pesantemente influenzata dal dub e dal campionamento disco. Fondarono la loro prima etichetta, la U-Star, nel 1994 sulla scia del successo delle loro serate club omonime, per poi creare Noid Recordings, Cottage, Discfunction e Droid.

Oh La La Teaparty (1996)

Nel loro calore, densità e durata estesa, i brani di McDonnell e Tyler richiamano la disco classica del Paradise Garage, creando un ponte temporale fra l’era d’oro del club newyorkese e l’underground londinese contemporaneo. Per oltre vent’anni, i due autodidatti britannici hanno fatto tutto insieme, incarnando lo spirito di un’epoca in cui la musica elettronica era ancora territorio inesplorato, dove l’improvvisazione e l’istinto guidavano la creatività più di ogni algoritmo o formula commerciale.

Radio Rage (1999)

La loro eredità risiede nell’aver creato un suono immediatamente riconoscibile: caldo, avvolgente, intriso di quella malinconia britannica che trasforma ogni traccia in un viaggio emotivo. Gli Idjut Boys non hanno mai seguito le mode, ma hanno costruito pazientemente un universo sonoro dove il tempo sembra dilatarsi, dove ogni beat diventa un invito alla danza e ogni melodia un ponte verso dimensioni parallele del piacere musicale.

Girth soup (1996)

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Disco Sauro è un podcast scritto da Michele Menegon. La supervisione editoriale e musicale è a cura di Alessandro De Cillia. La voce della sigla è di Fabrizio Cerruti, quella del DiscoSauro è di Matilda, mentre la produzione e il sound design è di Michael Hammer. DISCOSAURO è un podcast realizzato in memoria del maestro Gianni De Luise.

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Autore

  • alessandro de cillia

    Alessandro De Cillia entra nell’organico di Radio Italia Network nel 1990: esordisce come tecnico del suono e presto giunge ad affiancare Mr. Marvin in qualità di programmatore musicale.

    Si occupa quindi della ricerca di nuovi artisti, pianifica la programmazione delle trasmissioni e cura i rapporti con le maggiori etichette discografiche (Sony, Virgin, Universal, Warner, Polygram, Emi , ….).

    Firma alcuni programmi che hanno fatto la storia di Italia Network. Il primo risale al 1993 ed è HIP & MUFFIN’ SHOW, incentrato sulla musica hip-hop e sul ragga muffin’, con lo pseudonimo Dj Delicious. Ma è forse il mastermix MADHOUSE il programma più rappresentativo della sua ricerca musicale.

    Qui Alessandro propone inizialmente una selezione mixata di House tribale per poi specializzarsi in Minimal e Intelligent Tecno. Ed è proprio la fama di MADHOUSE che lo porterà poi a lavorare come disc jockey nei migliori club della scena underground degli anni ’90 e a diventare dj-resident de La Scala, uno dei locali di riferimento per la musica di tendenza di quel tempo.

    Oggi Alessandro continua la sua ricerca musicale quotidianamente. Ha una ricca collezione di vinili che spaziano dalla musica Hip Hop alla Funky, dall'House alla Techno.

    Viene a diretto contatto con la musica in giovane età con l'elettronica ed il rock elettronico ascoltando con fascinazione i Kraftwerk ed i Rockets, successivamente si appassiona alla disco black degli anni ottanta ( S.O.S. Band , Janet Jackson , Donna Summer, e tutte le produzioni di Jimmy Jam & Terry Lewis) e soprattutto viene rapito dalla musica di Prince.

    Questo lo porterà ad indagare sulle origini della musica contemporanea del tempo e a scoprire il Soul di James Brown , il Funky di George Clinton e dei Parliament, per poi appassionarsi all' Hip Hop , genere che attingeva e traeva ispirazione proprio dalle radici della musica Black.

    Alla fine degli anni 80 si appassiona al nuovo genere musicale che sta nascendo: l'House music, prima quello melodico cantato, poi verso quello Tribale esplorando la musica Techno, sempre alla ricerca di nuove esperienze sonore.

    Così come era definito MadHouse: “l'evoluzione della musica” il suo programma mixato all'interno del Mastermix di Italia Network. La musica è concepita come un viaggio sonoro attraverso i vari generi che la caratterizzano, attingendo e lasciandosi influenzare da essi.

    Attualmente l'ascolto è indirizzato verso quegli spazi che non sono stati ancora esplorati nel passato quali la musica d'avanguardia italiana di rock progressivo , melodico disco, oltre che il genere cosiddetto “balearic”, influenzato da vari viaggi effettuati a Ibiza agli inizi del 2000.

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