Marsala, il ritocco giusto al momento giusto

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Manca il Sale
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Marsala, il ritocco giusto al momento giusto
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Marsala, il ritocco giusto al momento giusto

Sicilia, estate. Vento caldo, cieli color fiordaliso e distese di vigneti da scoprire e visitare. Questo dev’essere stato, più o meno, il pensiero di John Woodhouse Jr. mentre, a cavallo di un mulo percorreva le stradine sterrate e polverose tra Alcamo e Marsala.

Ma esattamente, chi era John Woodhouse Jr. e cosa faceva nel sud ovest della Sicilia alla fine del 1700, ma soprattutto perché ne parliamo qui?

Procediamo con ordine: John Woodhouse Jr era inglese, rampollo di una dinastia di commercianti che nel granaio d’Italia, come gli antichi romani chiamavano la Sicilia, aveva trovato terreno fertile per i suoi traffici. Principalmente i Woodhouse commerciavano in vino e John Jr, esperto enologo, andava alla ricerca di vigneti da cui rifornirsi per quindi spedire il vino in patria, unitamente ad altre mercanzie.

Il vino che si produceva in quella zona della Sicilia era denominato Perpetuum ed era un vino bianco forte e corposo, invecchiato in botti di legno in cui, man mano che il vino veniva spillato si aggiungeva vino giovane. Ottenendo pertanto un particolare blend che al nostro giovane Woodhouse piacque molto.

Questa tecnica “dell’aggiuntina”, era nota per essere tipica anche dei vini Sherry e Porto di cui gli inglesi andavano pazzi.

Woodhouse decise quindi di comperare un grosso quantitativo di Perpetuum da spedire nel Regno Unito.

C’era però un dilemma da dirimere!

Il trasporto delle botti dalla Sicilia alla Gran Bretagna avveniva all’epoca in nave e, si sa, il viaggio non era né particolarmente veloce né tanto meno tranquillo. “Come fare in modo che, durante il viaggio, il vino mantenga le sue caratteristiche conservandosi stabilmente senza problemi di rifermentazione?” Borbottava il giovane Woodhouse camminando avanti e indietro, finché ecco l’idea geniale: aggiungere dell’alcool al vino in modo da preservare la qualità del prodotto aumentandone la gradazione alcolica!

John Woodhouse Jr aggiunse quindi alcuni galloni di brandy all’ottimo vino siciliano e il carico venne spedito in Inghilterra. Il vino non solo arrivò a destinazione in ottimo stato, ma assunse quel sapore liquoroso che lo fece diventare in un battibaleno il vino preferito dai sudditi di Sua Maestà britannica.

L’ammiraglio Horatio Nelson, nel marzo del 1800, lo scelse come vino per la sua flotta. Come scrisse Nelson in una missiva ai Woodhouse “vorrete fornire le navi di Sua Maestà in rada a Malta di 500 botti del miglior vino Marsala, senza perdita di tempo”.

Il vino ideato da John Woodhouse Jr aveva definitivamente un nome!

Qualche anno più tardi, nel 1833 Vincenzo Florio acquistò alcuni vigneti nei terreni a confine con i vigneti dei Woodhouse iniziando la grande avventura italiana del Marsala Florio. Vincenzo Florio, il leone di Sicilia, forte delle fortune accumulate con il commercio delle spezie fece una spietata concorrenza al vino dei Woodhouse, affermando il Marsala Florio dapprima in Inghilterra e poi in tutto il mondo.

Nel blog non troverete la ricetta del marsala, ma troverete tante ricette da abbinare a questo ottimo vino liquoroso.


La ricetta di questa puntata, la trovi con ingredienti, dosaggi, e passaggi, sul blog: mancailsale.it. Manca il Sale, è un podcast originale di Annalisa Sandri. La voce della sigla è di Vittorio, la produzione e il sound design di Michael Hammer. Tutte le puntate di MANCA IL SALE, le puoi ascoltare su udinepodcast.it.

MANCA IL SALE lo puoi ascoltare su Amazon Music, Spotify, YouTube Music e Apple Podcast.

Autore

  • Annalisa Sandri

    Mi chiamo Annalisa e amo cucinare. Se è vero che è l’amore a far girare il mondo, nel mio caso è stato per amore che ho imparato a spadellare ed è per amore e con amore che spadello ogni giorno. Devo ringraziare chi, proprio con amore (e con tanta pazienza!), assaggia le mie preparazioni, elogiando o criticando a seconda del risultato. Ed è la stessa persona che mi ha spinta a creare questo blog! Confesso che non ero in grado di cucinare nemmeno una pastasciutta (il risultato era una di queste opzioni: o scotta, o cruda, o insipida o… una salina!) e mi sono avvicinata ad un mondo di sapori, profumi e colori che mi ha conquistata. Ho iniziato da “grande”, frequentando nel 2003 un “corso base” di cucina, e da allora non mi sono più fermata. Ho frequentato decine di corsi di cucina… imparando a preparare un’infinità di piatti. Devo dire che tutto ciò che è “culinaria” mi affascina: libri e film sull’argomento, ristoranti e trattorie, preparati e composti, vini e pozioni… qualsiasi cosa purché entri nel mio mondo preferito. Non mi considero una cuoca, né ho velleità di esserlo! Prendo spunti, rielaboro, riassemblo e… quando cucino non mi accorgo del tempo che passa, non ho più pensieri né preoccupazioni, perché lo stare davanti ai fornelli è per me totale e puro relax!

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