Zuppa Inglese, che non è una zuppa e nemmeno inglese

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Zuppa Inglese, che non è una zuppa e nemmeno inglese
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Zuppa Inglese, che non è una zuppa e nemmeno inglese

Si chiama zuppa ma è un dolce. E’ detta inglese, ma è nata in Italia. Eh già, proprio la zuppa inglese, il dolce al cucchiaio composto da colorati strati di goduriosa crema e da biscotti, non è quello che sembra e neanche le sue origini sono così chiare.

Procediamo con ordine e trasferiamoci per qualche minuto nella campagna toscana. Siamo vicino a Fiesole verso la fine del 1800, proprio come nel romanzo di Forster quelle zone erano molto amate dagli inglesi che ci trascorrevano delle piacevoli villeggiature.

La Sora Bice faceva la bambinaia, ma all’occorrenza anche la cameriera e la cuoca, ed era richiestissima dalle famiglie inglesi poiché se la cavava con la lingua, imparata dalla cugina, che era andata per qualche anno a servizio a Liverpool.

Dicevamo dunque che la Bice, se c’era necessità, preparava anche deliziosi pranzetti con piatti della tradizione toscana che gli inglesi apprezzavano molto.

Ebbene, quell’estate Bice era a servizio dalla famiglia Jones che aveva affittato un casale nelle colline sopra Fiesole. I Jones erano buone forchette, ma soprattutto amavano dare ricevimenti e cene con altri inglesi in vacanza nella campagna Toscana.

Quella sera ad esempio c’erano ospiti di riguardo, gli Smith da poco arrivati in Toscana direttamente da Manchester, dove Mr Smith era proprietario di un’importante industria tessile.

Bice era indaffarata con i bambini che dovevano cenare prima degli adulti per poi essere messi a dormire. La cuoca però stava poco bene ed era in ritardo sulla preparazione della cena.

“Aiutami Bice che non sono ancora riuscita a preparare il dolce!”, disse la cuoca. Bice però non aveva gran dimestichezza con i dolci e i bambini quella sera erano molto indisciplinati, avevano infatti mangiato poco ed erano avanzati sia i biscotti che il budino al cioccolato.

“Far di necessità virtù” si ripeté Bice e, da brava economa qual era, preparò una semplice crema pasticcera con uova, latte, zucchero e vaniglia. Poi prese i biscotti e li inzuppò nel vino dolce. Prese quindi una coppa di vetro e iniziò a comporre degli strati: biscotti, budino al cioccolato, biscotti, crema pasticcera e così via fino a terminare gli ingredienti.

La cuoca vedendo cosa stava facendo Bice, le chiese “Ma cos’è quella cosa che fai?” e Bice guardando la coppa a strati colorati rispose: “E’ una zuppa. Una zuppa inglese!”.

La zuppa inglese, dolce nato dal sapiente riciclo della Sora Bice, ebbe un gran successo e da allora questo italianissimo dolce viene servito nei ristoranti di tutto il mondo.

Ad onor del vero, le origini della zuppa inglese sono quanto mai controverse, ma talvolta anche una ricetta realizzata con ingredienti recuperati o con ciò che si ha in quel momento a disposizione può essere una grande ricetta.


La ricetta di questa puntata, la trovi con ingredienti, dosaggi, e passaggi, sul blog: mancailsale.it. Manca il Sale, è un podcast originale di Annalisa Sandri. La voce della sigla è di Vittorio, la produzione e il sound design di Michael Hammer. Tutte le puntate di MANCA IL SALE, le puoi ascoltare su udinepodcast.it.

MANCA IL SALE lo puoi ascoltare su Amazon Music, Spotify, YouTube Music e Apple Podcast.

Autore

  • Mi chiamo Annalisa e amo cucinare. Se è vero che è l’amore a far girare il mondo, nel mio caso è stato per amore che ho imparato a spadellare ed è per amore e con amore che spadello ogni giorno. Devo ringraziare chi, proprio con amore (e con tanta pazienza!), assaggia le mie preparazioni, elogiando o criticando a seconda del risultato. Ed è la stessa persona che mi ha spinta a creare questo blog! Confesso che non ero in grado di cucinare nemmeno una pastasciutta (il risultato era una di queste opzioni: o scotta, o cruda, o insipida o… una salina!) e mi sono avvicinata ad un mondo di sapori, profumi e colori che mi ha conquistata. Ho iniziato da “grande”, frequentando nel 2003 un “corso base” di cucina, e da allora non mi sono più fermata. Ho frequentato decine di corsi di cucina… imparando a preparare un’infinità di piatti. Devo dire che tutto ciò che è “culinaria” mi affascina: libri e film sull’argomento, ristoranti e trattorie, preparati e composti, vini e pozioni… qualsiasi cosa purché entri nel mio mondo preferito. Non mi considero una cuoca, né ho velleità di esserlo! Prendo spunti, rielaboro, riassemblo e… quando cucino non mi accorgo del tempo che passa, non ho più pensieri né preoccupazioni, perché lo stare davanti ai fornelli è per me totale e puro relax!

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