Raffaella Cavallo: “Senza la morte, la vita, non sarebbe vita”.
E’ guidata da forti princìpi, che fanno parte integrante della sua vita.
Con un forte spirito per il sociale, e un’anima votata alla comunicazione, lei, ama mettersi in gioco in diversi contesti.
Audace, sogna di costruire un mondo inclusivo.
Figlia del fondatore del Comitato provinciale di Bioetica e del Centro cure palliative, sa mantenere alta la guardia come un peso massimo.
Mamma di due ragazze, che definisce luminose, è impegnata presso il Centro Solidarietà Giovani, e il centro Radio RAI regionale.
Donna eccentrica, la puoi incontrare in sella alla sua bicicletta, sempre pronta a confrontarsi e ad ascoltare chiunque.
Come si diventa Raffaella Cavallo?
Direi che l’elemento che ha permesso a Raffaella Cavallo di diventare me è l’elemento legato al viaggio. Viaggio inteso non solo come spostamento da un luogo all’altro, ma anche come connessione con quello che sta fuori da me. Questo mi ha permesso di conoscere persone, di curiosare nelle vite degli altri e di dare e ricevere.
Nel cuore il sociale e nell’anima la comunicazione. Si definirebbe un menestrello 4.0?
Menestrello 4.0. mi piace molto, anche se effettivamente le mie competenze comunicative e sociali si svolgono più nell’ambito della quotidianità fisica, poco quella digitale. Però il livello, diciamo così, di capacità di entrare in relazione con varie modalità comunicative sì, mi appartiene.
Poi c’è la politica…
Fatta materialmente con un’esperienza in Consiglio comunale a Udine ma soprattutto fatta fuori dal Palazzo. Perché per come sono fatta ritengo che la politica che più mi appartiene sia quella con la P maiuscola.
Lei racchiude in sé molte sensibilità. Quella del fine vita da dove nasce?
Mio papà mi ha portato a ragionare su questi temi. Ci siamo trovati spesso ad affrontare anche in età forse in cui la morte qualcosa che sembra lontano, come può essere la tarda adolescenza o prima “adultità”.
Qual è l’attuale percezione della morte nella società?
La morte, già dal linguaggio con cui viene descritta e con cui si affronta, viene sempre più vissuta come una sconfitta, come un elemento da combattere, come quell’evento che cancella tutto. Non può essere vissuta così perché la morte non è una sconfitta. Se non c’è la morte non ci sarebbe neanche vita. La morte è un evento che deve essere vissuto e vissuto con dignità.
Esiste un modo giusto di morire?
Non esiste, secondo me il modo giusto, ma è giusto immaginare che ne esistano di più ed accettare tutti. Perché quel diritto di scegliere che dovrebbe essere garantito a ognuno di noi in ogni fase della vita, da quando si parte ai blocchi di partenza appena usciti dal ventre materno, dovrebbe essere portato avanti anche nel momento in cui uno ha la possibilità di scegliere come morire, anche se questa possibilità, ovviamente non sempre, data.
La morte, deve proteggere la dignità della persona?
Assolutamente sì. La dignità, che la persona deve avere e deve mantenere fino all’ultimo respiro, è secondo me, uno di quegli elementi che caratterizzano una società avanzata culturalmente.
Come scegliere dove morire e cosa aspettarsi da questa scelta?
È ovvio che ci sono modalità diverse che dipendono anche un po’ dalle reti di sostegno che le persone possono avere. È giusto che chi abbia la possibilità di scegliere di morire in casa, muoia in casa, magari con i supporti dei servizi sanitari territoriali. Allo stesso modo, però, devono esserci quelle strutture in grado di accogliere quella ineluttabilità, di una prognosi che non dà possibilità di guarigione. Quello che deve essere garantito è la possibilità di scelta.
A Udine tutto questo è realtà?
C’è questa possibilità di scelta, perché appunto abbiamo dei servizi territoriali che effettivamente garantiscono un’assistenza sanitaria a casa. Esiste anche un Hospice che da poco ha trovato una nuova casa, anche se in una situazione ancora temporanea. Non è la soluzione adatta e migliore, sicuramente però una soluzione migliorativa rispetto all’esistente. È assurdo però che ancora non sia stato trovato il luogo adatto dove costruire una struttura di questo tipo. Speriamo che a breve vengano prese le decisioni adatte a garantire a tutti di poter usufruire di un luogo così importante.
Raffaella Cavallo – Impegni attuali
- Coordinatrice attività formative nelle case circondariali
- Docente corsi professionalizzanti
- Progettista
RADIO RAI FVG – Ideatrice e conduttrice radiofonica
LA QUIETE di UDINE – Membro CDA
ISTITUTO IC3 – Presidente Consiglio
Raffaella Cavallo – Formazione
Università degli Studi di Trieste
Ph. D. Sociology, social service and education
2002 – 2006
Reasearch on cultural mediation
Università di Bologna
Doctor of Political Sciences – Sociology
1995 – 1999
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la voce sintetica di Vittorio, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
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