Dal monoscopio al microfono: La storia d’amore di Gianmarco Ceconi

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Dal monoscopio al microfono: La storia d'amore di Gianmarco Ceconi
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Dal Monoscopio al microfono: La storia d’amore di Gianmarco Ceconi

Il desiderio di comunicare emozioni, è sempre stato intrinseco al suo stile comunicativo, in pari misura al suo approccio analitico alla vita.

Un mix di praticità e ambizione, abilmente unito a pianificazione e organizzazione, gli permette di gestire perfettamente il suo tempo nelle diverse attività che svolge.

Riservatezza, e selezione nell’esporre i suoi pensieri, assieme ad un sottile umorismo, gli consentono di intrattenersi e socializzare, rimanendo tuttavia consapevole delle sue responsabilità.

La costante ricerca della perfezione, che afferma di non aver mai pienamente raggiunto, lo porta a migliorarsi nel tempo, divenendo così il primo, e unico doppiatore Udinese.

Perché Gianmarco Ceconi si fa conquistare dalla radio?

Dunque, una mattina ho acceso la tv. All’epoca c’era il monoscopio la mattina in tutti i canali televisivi, perché si parla di tantissimi anni fa. Ed ho visto su RDF televisione il monoscopio, e c’era l’audio di RDF radio che io non avevo mai ascoltato, e c’era questa voce che era di Mario Pinosa che forse parlava di musica classica, addirittura cose molto lontane anche da quello che mandava in onda la radio. E io sono rimasto affascinato da questa voce, da quello che diceva e dalla radio stessa. Ho iniziato ad ascoltare quella radio e da lì è nato l’amore per la radio.

Quando scopre di avere una voce da speaker e doppiatore?

Speaker quando ho iniziato a fare i primi spot pubblicitari, e me li tiravano dietro lanciandomi la cassetta sulla schiena. Invece, per quanto riguarda il doppiatore, non c’è una voce da doppiatore. In realtà ogni doppiatore ha la sua voce e sta bene su un personaggio, su un attore, quindi su qualche attore sono risultato adatto. Ed è andata bene così.

Udine, quanto è stata importante per la sua carriera?

Direi al 100% perché credo che se non avessi lavorato a Italia Network per otto anni, poi non avrei fatto alcune delle cose che ho fatto dopo, perché sono state ovviamente una conseguenza di quell’esperienza lavorativa quindi importante tantissimo.

Oggi lei è in sala controllo a LatteMiele, ma di preciso cosa fa?

Mi occupo della musica in tutte le sfaccettature, quindi ascolto le canzoni nuove e quando arrivano mi occupo di programmarle. Ascolto anche le canzoni vecchie da inserire, togliere, eccetera eccetera e corro dietro agli artisti per perché vengano a farsi intervistare.

Da doppiatore, cosa significa dare la voce ad altre persone?

Il bravo doppiatore annulla se stesso per essere completamente il personaggio che ha davanti e ne deve catturare l’anima. Io non so se ci sono mai riuscito, però un bravo doppiatore dovrebbe fare questo.

Quale è stato il lavoro che le ha dato più soddisfazione?

Una cosa piccolissima, un audio descrizione fatta per i non vedenti. Sono stato alla proiezione di quella audio descrizione e mi sono ritrovato sull’autobus, andando via dal cinema, insieme alle persone cieche che non sapevano che io fossi lì e chi fossi, e dicevano che la mia audio descrizione era stata bella per loro, utile e insomma per me è stata la soddisfazione più grande della mia vita.

Se potesse scegliere una persona famosa alla quale dare la sua voce, chi sarebbe?

Donald Trump, perché è divertente. È un personaggio quasi di un di un programma comico, di un cartone animato.

Da RAN Stereo a LatteMiele: in 30 anni la radio è cambiata?

Sì, tantissimo. Trent’anni fa era fatta molto di cuore, di pancia. Adesso è molto studiata, anche perché abbiamo numeri, strumenti per poter decidere cosa fare in modo più razionale. Quindi forse meglio adesso perché sappiamo cosa fare. Però manca la spontaneità che c’era una volta.

Oggi Milano è la sua città: Udine, cosa rappresenta?

Rappresenta gli affetti più cari, un posto dove si sta molto bene e quindi alla fine è casa.

Ci dia tre aggettivi che la definiscano come persona.

Testardo, pigro ma entusiasta.


UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la voce sintetica di Vittorio, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.

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Autore

  • Michele Menegon

    Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla! A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 approdo a Radio Italia Network. Ideatore del programma radiofonico techno Master Quick, tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi, il più famoso dei quali è Barraca Destroy. Nel 1996 divento Direttore Artistico di Radio Italia Network e sono il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero passare attraverso i computer. Nel 2000 entro nella casa discografica Hit Mania come Direttore Generale, lanciando il fenomeno Lùnapop. Nel 2001 torno alla radio per seguire lo start-up del progetto Radio LifeGate. Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company, e in parallelo entro nel mondo del fitness, ottenendo diverse certificazioni: dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al Bose ecc. Dal 2008 sono Product Manager di Music Master, il software leader mondiale per la programmazione radio-televisiva. Nel 2011 costruisco con Alessandro Bellicini il progetto digitale di Golf Today, seguito poi dalle testate Amadeus e Sci. Nel 2019 portiamo il know-how all’editore Publimaster per le testate Golf & Turismo e Sciare. Nel 2021 fondiamo 3Mind, con cui nasce il progetto Notizie Golf, che lascio nel 2022. Nel 2023 lancio il progetto Udine Podcast, con l’obiettivo di produrre podcast realizzati da udinesi. Il primo è Udinesi Dentro, ma oggi la piattaforma ospita anche: Manca il Sale di Annalisa Sandri I racconti di So e Nanà di Nicoletta Agosto DiscoSauro di Alessandro De Cillia Radici in Stoffa di Silvia Cacitti Spazio Comune, realizzato per l’azienda Chiurlo. Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un triathleta. Un cancro, nel 2019, avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto di oncologia di Udine sono ancora qui — con il mio tumore — a raccontare un’altra storia. Obiettivi futuri? Completare un Ironman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare radio libera! Lo so, sono progetti utopici. Ma bellissimi.

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