Manuele Ceschia, l’imprenditore irrequieto dalla pragmatica tenacia.
È un uomo di visione e disciplina, con lo sguardo rivolto al futuro e i piedi ben piantati a terra. Razionale e idealista insieme, unisce rigore e originalità in un equilibrio raro. Silenzioso ma mai distante, custodisce pensieri profondi e sogni lucidi. Nelle sue azioni c’è metodo, ma anche scintilla. Ama costruire, innovare, lasciare tracce che durino oltre il tempo.
Manuele Ceschia, quando ha capito che sarebbe diventato imprenditore?
Mi piacerebbe risponderti che devo ancora capirlo; e almeno capire se lo sono. Guardandomi indietro, la mia capacità imprenditoriale è cresciuta lentamente nel tempo in funzione delle esperienze imprenditoriali che stavo facendo.
L’esperienza nell’organizzazione di eventi cosa le ha lasciato?
Tantissimo. Sicuramente quello che mi ha lasciato è la capacità del problem solving, di individuare dov’è il problema e di cercare di trovare le soluzioni che a volte devono essere la più veloce e non la più efficace, a volte la più efficace ma non la più veloce. È una scuola incredibile dal mio punto di vista. Dovrebbero fare l’università dell’organizzazione degli eventi.
Quanto c’è di udinese nel suo modo di fare impresa?
Non vengo quasi mai scambiato per un friulano. MyNet ha fatto un percorso di startup con dei round di investimento e la logica della startup è quella di correre più velocemente possibile e accorciare i tempi anche sperperando del denaro, no? Quindi ci sono delle aziende che investono in te consapevoli che tu brucerai cassa, come si dice nel mondo delle startup. Io sono l’unica startup che non ha bruciato cassa, che non ha fatto un debito, che non è andata mai in rosso, perché? Parcè che o soi friul.
Se MyNet fosse una persona, quali tratti avrebbe?
Mi piacerebbe immaginarla come una bellissima donna che quando entra nella stanza attira l’attenzione di tutte le persone che sono presenti, ma dico… mi piacerebbe. La vivo come un umile operaio che invece torna a casa sporco di terra e di fango, soddisfatto della sua giornata lavorativa, ma sicuramente non bello da vedere, ecco.
La definizione “scheggia impazzita” la rappresenta?
Non la sento tanto mia, nel senso che forse il mio retro cranio non gli piace questa associazione, però sicuramente l’hanno utilizzata tante persone riferendosi al mio modo di fare, al mio modo di lavorare. Mi piace pensare che l’eccezione positiva di scheggia impazzita sia una persona che riesce a essere un po’ ovunque, supportare chiunque. Diciamo che sono una persona che non è mai calma, non si dà mai pace. Dovrei riuscire a essere un po’ più “dosabile”.
Diventare padre ha cambiato il suo modo di guardare al lavoro e al futuro?
Sicuramente io sono una persona diversa da quando sono diventato padre. È un impegno costante H24, essere presente, avere sempre questo pensiero dell’altro, del figlio in questo caso. Però mi ha reso sicuramente un imprenditore più moderno, meno attaccato ai risultati e un po’ più sensibile all’approccio umano, alla gestione del rapporto, all’etica.
Tra obiettivi economici e impatto umano. Come trova la rotta giusta?
Navigando con due bussole. Non riesco a mixare le due cose. Riesco a tenerli su dei binari paralleli e lo trovo per me è molto, molto complicato riuscire a coadiuvare questi due mondi, questi due aspetti con delle scelte lineari per entrambi. Magari non lo so se è così anche per gli altri, però non sono mai riuscito a gestirli insieme.
Che parola le viene in mente quando pensa al futuro della sua azienda?
Speranza. Viviamo un mondo che è estremamente complesso. In questo momento ci sono delle variabili che non dipendono nemmeno da noi. Parlo di clienti che con la guerra in Ucraina hanno dovuto chiudere, aziende che con i dazi hanno dovuto modificare il modello di vendita. Noi come MyNet, essendo un software a disposizione delle aziende, cerchiamo di stare molto attenti a queste dinamiche nella speranza che un giorno qualche ministro dica: è obbligatoria per tutte le aziende un’app per la gestione del personale e allora sarò contentissimo di questa cosa, ma potrebbe anche succedere che saranno assolutamente vietate e quindi la mia azienda chiuderà.
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
UDINESI DENTRO lo ascolti anche sulle piattaforme Amazon Music, Spotify, YouTube Music, Apple Podcast




