
Arianna Arizzi, la vulcanica ambasciatrice del cambiamento
Brillante e carismatica, unisce sicurezza e fascino naturale. Ama stare al centro delle relazioni, bilanciando determinazione e grazia. Dotata di un forte senso estetico, ricerca armonia in tutto ciò che fa, affrontando la vita con passione e diplomazia. Sa essere una guida, ispirando gli altri con la sua energia luminosa e il suo innato senso di equilibrio.
Arianna Arizzi, cosa significa per lei essere una Sustainability Manager?
Significa avere il privilegio e la responsabilità di far convivere insieme business e impatto positivo. A me piace definirmi Ambasciatrice di sostenibilità, portavoce di un cambiamento culturale profondo che tutti possiamo — e dovremmo — abbracciare in nome dello Sviluppo Sostenibile. Ovvero soddisfare i nostri bisogni senza compromettere quelli delle generazioni future. Ed è naturalmente un compito, questo, che svolgo con orgoglio da 5 anni in Maddalena Spa, azienda di eccellenza del nostro territorio, dove innovazione, responsabilità e valore condiviso vanno di pari passo.
Qual è la sfida più grande nel comunicare la sostenibilità in modo autentico ed efficace?
Quando comunico, mi metto in gioco con tutta me stessa. Voglio trasmettere passione, autenticità e la convinzione profonda che il cambiamento non sia soltanto necessario, ma sia davvero possibile. La vera sfida è riuscire a raccontare la sostenibilità in modo concreto, chiaro e trasparente. Bisogna portare esempi, storie, risultati misurabili. Perché oggi non basta più dichiararsi sostenibili: dobbiamo dimostrarlo con azioni reali, coerenti e continuative. Solo così ci si può ispirare e coinvolgere davvero chi ci ascolta, dentro e fuori l’azienda.
In che modo lo Smart Engagement può trasformare l’approccio delle aziende al cambiamento?
Ogni volta che l’umanità ha cambiato il proprio modo di vedere il mondo, ha trovato diversi modi di organizzarsi, migliorando la capacità di collaborare e creare valore collettivo, ovvero fare rete. L’arte di coinvolgere le persone in modo intelligente è la chiave per rendere il cambiamento non solo desiderabile, ma davvero concreto. Quando un’azienda sa ascoltare i propri stakeholder, interni ed esterni che siano, e li rende parte del processo decisionale, la trasformazione smette di essere un obbligo e diventa un’opportunità di crescita condivisa.
Testa, cuore, metodo: quale di questi tre elementi guida maggiormente le sue scelte?
Senza dubbio il cuore. Io metto passione in tutto ciò che faccio, dalle scelte più importanti ai dettagli più piccoli della mia quotidianità. È il cuore che mi spinge a seguire ciò in cui credo e ad avere il coraggio di mettermi in gioco. Questo vale nel lavoro, così come nella vita privata: dalle persone che scelgo di avere accanto, ai progetti che decido di abbracciare, fino ai momenti che voglio vivere pienamente. La testa poi, aiuta a bilanciare, il metodo a dare concretezza, ma senza cuore tutto si ridurrebbe a pura routine. E a me la routine, non piace più di tanto.
“Essere d’ispirazione”: cosa vorrebbe che rimanesse del suo lavoro?
Mi piacerebbe lasciare la consapevolezza che fare impresa in modo sostenibile è davvero possibile. Ed è per questo che ho fondato il Gruppo CSR Manager all’interno dell’associazione Animaimpresa: per dare radici solide a questa nuova figura professionale, per riconoscerne le competenze, per creare un terreno fertile per il confronto tra idee e le persone, e semplificare un contesto normativo per comunicarlo chiaramente nelle imprese dove operiamo. Ho piantato un seme di intelligenza collettiva, che condivide, coinvolge e ispira. Ora spero che diventi un albero forte, con rami che si estendono verso nuovi orizzonti e radici profonde, capaci di sostenere il cambiamento nel tempo.
Lei è un “vulcano”: da dove nasce l’energia che la alimenta?
Ho un DNA esplosivo, sono un mix ben bilanciato tra rigore etico e visione sciamanica. Amo profondamente la natura, i viaggi e soprattutto le connessioni tra le persone e progetti apparentemente distanti. Ogni dettaglio – il colore di un tramonto, il sapore di un cibo nuovo, il legame inaspettato tra progetti diversi – diventa per me una scintilla che alimenta la mia energia. È questo che accende le idee, fa girare le rotelline della creatività e così mi mette in moto ogni giorno.
Se “la vita è fatta di traguardi”, significa che l’esistenza è una gara continua?
Più che una gara, io la vedo come un viaggio, e la valigia è sempre pronta! I traguardi non sono mai il fine ultimo, ma occasioni per fermarsi, respirare, guardarsi indietro, a volte, con gratitudine e ripartire con nuova linfa. L’importante è godersi la meraviglia lungo il cammino e quindi non pensare solo alla meta.
La sera, si addormenta soddisfatta?
Direi di sì, stanca e soddisfatta, la maggior parte delle sere. Cerco sempre di dare il massimo e questo mi permette di andare a dormire serena, consapevole di aver fatto qualcosa di utile, anche piccolo, ma concreto. Il sonno, per me, è una ricarica preziosa: mi rigenera e mi prepara ad affrontare con entusiasmo le sfide del giorno dopo, con nuove energie e tante idee.
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
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