Bruno De Figueredo

Bruno De Figueredo: “La mia vita scorre come il traffico vietnamita”!

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Bruno De Figueredo: “La mia vita scorre come il traffico vietnamita”!
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Bruno De Figueredo: “La mia vita scorre come il traffico vietnamita”!

Tenace, e impulsivo, unisce la forza costante della determinazione con l’energia travolgente dell’azione. Radicato nei suoi valori, affronta la vita con passione, e testa alta, senza mai tirarsi indietro. Ama le sfide concrete, costruisce con pazienza, ma quando decide, parte a razzo.

Bruno De Figueredo, è giusto definirla un imprenditore digitale?

Io… lavoro sicuramente come freelance digitale, sono quindi a tutti gli effetti un imprenditore. E dall’altra parte però, essendo parte di un’azienda che lavora con più persone, quindi sono un co-founder dell’azienda, diciamo, mi piace più vedermi come quello che aiuta in questo caso i nostri clienti a trovare delle soluzioni grazie alla tecnologia per migliorare, elevare la loro attività. E quindi direi sì e no.

Quanto importante è oggi il marketing digitale?

Allora, il marketing digitale è sicuramente fondamentale, e questo già da parecchi anni. Il marketing digitale oggi dovrebbe essere visto un po’ di più come relazione. Proprio perché è diventato più accessibile, più facile e più economico, lo fanno tutti. E quindi in realtà non solo è fondamentale, è anche un po’ troppo diffuso. E quindi è importante sicuramente lavorare più sulla community, sul rapporto con il cliente, in ottica anche un po’ di branding e di membership in un certo senso, più che usare il digitale per comunicare a tutti.

Il growth hacking è la nuova frontiera della comunicazione digitale?

Più che una nuova frontiera è, diciamo, una diversa mentalità con cui approcciarsi al marketing. È un approccio al marketing più legato ai dati, ai risultati, alle ipotesi, quindi più scientifico. E più che modo diverso di fare marketing è proprio una diversa mentalità. Quindi, infatti, spesso si parla di “mindset growth hacking” perché si tratta di un diverso, appunto, approccio alle stesse cose che già facevamo, ma in modo diverso.

La sua capacità di convergere le molte diverse esigenze di un progetto è frutto di studio o dote naturale?

In generale, credo abbastanza nel concetto di talento, comunque di dote naturale, ma non come viene inteso solitamente, ma più una predisposizione su certe aree che, se riesci a individuarle, riesci poi ad ottenere quello che è il risultato. Quindi secondo me sicuramente c’è una parte naturale di capacità di vedere delle soluzioni in modo veloce, magari a dei problemi, e dall’altra parte c’è anche molto impegno, molti errori, molti test per andare ad affinare e a colmare, diciamo quelli che sono i limiti che magari il cosiddetto talento di base non ha.

Come bilancia creatività e data analysis nel suo lavoro?

Io, diciamo, sono sempre stato molto tra questi due, quindi ho un lato più creativo, mi piace la fotografia, mi piace la parte più artistica, e dall’altra parte una parte molto più analitica, molto più legata ai dati, molto più legata al mio lavoro attualmente. Diciamo che solo nell’ultimo periodo ho imparato a vederle più insieme, quindi non più come due cose separate, che devono essere o una o l’altra, ma io trovo che invece possono essere molto forti se sono utilizzate insieme.

Da uomo del digitale a lei piacerebbe possedere una fattoria. Come mai ?

Provando a ragionare su questo tema, in realtà credo che se una volta quello che era il mondo digitale, l’internet agli inizi, ci forniva una specie di scappatoia dal mondo reale, sempre di più si sta cercando adesso il contrario. Sembra che il mondo reale ci dà un po’ di respiro, di poter essere di nuovo, anche in questo caso, non dico qualcun altro, magari noi stessi, no? E cosa che una volta era dal reale cerco di esserlo nel digitale. Quindi in realtà penso che succeda a tante persone, magari non tutti vogliono avere una fattoria coi maialini, però il concetto è quello.

Che idea ha del successo oggi, rispetto a quando ha iniziato?

Un’idea molto diversa, perché soprattutto quando si è più giovani, spesso comunque è abbastanza normale che si veda il successo come legato al denaro, soprattutto al possedere, al crescere a tutti gli effetti. Nel tempo poi ho maturato un’idea un pochino diversa di successo. Penso che per me il successo al momento sia in realtà fare quello che mi piace, quando mi piace, per chi mi piace e se riesco a fare questo mi considero abbastanza di successo.

Chi è Bruno de Figueredo quando non lavora?

Mi piace molto l’analogia col traffico vietnamita, che è una cosa molto strana per cui non vedi semafori, non ci sono strisce e pedoni, scooter, motorini, camion, tutto attraversano in una specie di flow costante. Però non vedi incidenti, cioè tutto funziona alla perfezione. Quando non lavoro poi a me piace molto cucinare, sono vegetariano, mi piace molto la fotografia, mi piace la musica e anche andare con lo skateboard. Quindi attività più o meno miste che in qualche modo incastro in questo flow continuo di lavoro, vita normale, diciamo così.


UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.

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Autore

  • Michele Menegon

    Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla! A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 approdo a Radio Italia Network. Ideatore del programma radiofonico techno Master Quick, tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi, il più famoso dei quali è Barraca Destroy. Nel 1996 divento Direttore Artistico di Radio Italia Network e sono il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero passare attraverso i computer. Nel 2000 entro nella casa discografica Hit Mania come Direttore Generale, lanciando il fenomeno Lùnapop. Nel 2001 torno alla radio per seguire lo start-up del progetto Radio LifeGate. Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company, e in parallelo entro nel mondo del fitness, ottenendo diverse certificazioni: dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al Bose ecc. Dal 2008 sono Product Manager di Music Master, il software leader mondiale per la programmazione radio-televisiva. Nel 2011 costruisco con Alessandro Bellicini il progetto digitale di Golf Today, seguito poi dalle testate Amadeus e Sci. Nel 2019 portiamo il know-how all’editore Publimaster per le testate Golf & Turismo e Sciare. Nel 2021 fondiamo 3Mind, con cui nasce il progetto Notizie Golf, che lascio nel 2022. Nel 2023 lancio il progetto Udine Podcast, con l’obiettivo di produrre podcast realizzati da udinesi. Il primo è Udinesi Dentro, ma oggi la piattaforma ospita anche: Manca il Sale di Annalisa Sandri I racconti di So e Nanà di Nicoletta Agosto DiscoSauro di Alessandro De Cillia Radici in Stoffa di Silvia Cacitti Spazio Comune, realizzato per l’azienda Chiurlo. Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un triathleta. Un cancro, nel 2019, avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto di oncologia di Udine sono ancora qui — con il mio tumore — a raccontare un’altra storia. Obiettivi futuri? Completare un Ironman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare radio libera! Lo so, sono progetti utopici. Ma bellissimi.

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