Davide Perissutti: “Il mio circo… è all’incirca”!

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Davide Perissutti: "Il mio circo... è all'incirca"!
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Davide Perissutti: “Il mio circo… è all’incirca”!

Carismatico e intenso, vive con una passione che arde sotto la superficie. Guidato dalla curiosità e dal desiderio di verità, affronta la vita come un viaggio verso la conoscenza più profonda. Determinato e intuitivo, sa cogliere l’essenza delle cose, e andare oltre le apparenze… È uno spirito libero; ma profondo, capace di unire visione e introspezione, esplorazione e trasformazione.

Davide Perissutti, possiamo dire che la sua vita è un circo?

Sì, ma all’incirca. Ci tengo tanto alla parola all’incirca perché il circo in realtà è una bellissimaaa storia, è un bellissimo ambiente e idea, ma il circo com’era un po’ di decenni fa ha anche i suoi contro. E per questo noi siamo un circo, sì, ma all’incirca.

Cosa ha spinto lei e sua moglie Irene a fondare il Circo all’Incirca?

Io penso sempre che la risposta corretta sia che non avevamo voglia di lavorare. In realtà adesso lavoriamo il triplo di come lavorano i nostri coetanei che fanno mestieri, come dire, veri. Però in questa risposta c’è l’idea di non volersi adeguare a uno schema, a uno stile pre-compilato da altri. Per cui credo che la vera risposta sia questa: non volevamo adeguarci alla normalità. Infatti il nostro slogan sin dai primi tempi è stato fai una pausa dalla normalità.

Cosa accade sotto il vostro tendone?

Il nostro tendone è fresco, è relativamente recente rispetto alla storia di Circo All’incirca ed è stato voluto per creare un ecosistema. Quindi che cosa accade dentro e fuori dal tendone del Circo all’incirca. Ci sono progetti educativi che trovano lì il proprio compimento, ci sono spettacoli di circo di professionisti. Vorremmo sempre più fosse anche un posto per dialogare con il pubblico, per cui è un progetto di vita che si concretizza il tendone.

Il vostro festival Terminal è l’espressione del circo contemporaneo?

Festival Terminal… Diciamo, la sua aspirazione è essere l’espressione del circo contemporaneo, ma non è solo questo. Sono anche dieci giorni di incontri di altri professionisti della città che vivono con lo spettacolo dal vivo, incontri con professionisti del settore, per cui veramente sono dieci giorni in cui, sì, il cuore pulsante è lo spettacolo di circo. Tentiamo di portare le novità e gli spettacoli e le produzioni e le proposte più interessanti sul panorama europeo e ogni tanto mondiale. Ma non è solo questo, c’è anche tanto altro: laboratori, incontri, attività.

Tradizionale, contemporaneo, sociale, da camera o nouvelle? Udine. Che circo è?

Udine è un circo di periferia, di provincia. Va bene così. Penso che la forza anche di fare un circo a Udine sia proprio la città di Udine. Il fatto di non essere inserito nelle dinamiche commerciali delle grandi città italiane, europee, dove è anche molto più facile fare spettacolo dal vivo, ma è anche molto più facile venire inghiottiti in logiche commerciali. Noi invece siamo alla periferia della nazione italiana, siamo difficili da raggiungere e questo è il nostro valore aggiunto.

Lei fa il clown: maschera o rivelazione di sé?

Eh, questo è un tema per cui magari facciamo un altro podcast. La maschera, mi è stato insegnato e un po’ ci credo, anche se i veri clown, quelli che probabilmente sono arrivati a una soluzione, sono ultra ottantenni. Dicono questo: che il clown è una chiave di lettura e un pretesto per poter dire la verità.

Quanto conta nel suo settore il ricambio generazionale?

Molto, tant’è che Circo all’incirca è diventato un polo italiano per il ricambio generazionale. Eh, non tanto e non solo ricambio generazionale, ma anche ricambio umano. Uno dei grandi temi che stiamo affrontando è anche l’estrazione sociale, perché ormai il circo, un tempo disciplina per gli ultimi, è diventata in molti ambienti europei è un’attività d’élite. Per cui per noi sarebbe importante, ed è appunto un tema, il ricambio generazionale in senso ampio, per cui la diffusione di questa disciplina a diversi gradi e in diverse contesti sociali.

Con una laurea in filosofia e una in teologia è riuscito a trovare tutte le risposte?

Neanche una. Tante domande. Ho imparato a fare domande.


UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.

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Autore

  • Michele Menegon

    Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla! A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 approdo a Radio Italia Network. Ideatore del programma radiofonico techno Master Quick, tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi, il più famoso dei quali è Barraca Destroy. Nel 1996 divento Direttore Artistico di Radio Italia Network e sono il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero passare attraverso i computer. Nel 2000 entro nella casa discografica Hit Mania come Direttore Generale, lanciando il fenomeno Lùnapop. Nel 2001 torno alla radio per seguire lo start-up del progetto Radio LifeGate. Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company, e in parallelo entro nel mondo del fitness, ottenendo diverse certificazioni: dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al Bose ecc. Dal 2008 sono Product Manager di Music Master, il software leader mondiale per la programmazione radio-televisiva. Nel 2011 costruisco con Alessandro Bellicini il progetto digitale di Golf Today, seguito poi dalle testate Amadeus e Sci. Nel 2019 portiamo il know-how all’editore Publimaster per le testate Golf & Turismo e Sciare. Nel 2021 fondiamo 3Mind, con cui nasce il progetto Notizie Golf, che lascio nel 2022. Nel 2023 lancio il progetto Udine Podcast, con l’obiettivo di produrre podcast realizzati da udinesi. Il primo è Udinesi Dentro, ma oggi la piattaforma ospita anche: Manca il Sale di Annalisa Sandri I racconti di So e Nanà di Nicoletta Agosto DiscoSauro di Alessandro De Cillia Radici in Stoffa di Silvia Cacitti Spazio Comune, realizzato per l’azienda Chiurlo. Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un triathleta. Un cancro, nel 2019, avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto di oncologia di Udine sono ancora qui — con il mio tumore — a raccontare un’altra storia. Obiettivi futuri? Completare un Ironman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare radio libera! Lo so, sono progetti utopici. Ma bellissimi.

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