Degustazione nei Musei: Ma non bastavano le osterie?

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Degustazione nei Musei: Ma non bastavano le osterie?
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Degustazione nei Musei: Ma non bastavano le osterie?

Udine… terra di cultura; storia; e forse gradi alcolici!? Sì, perché qui l’unico vero filo conduttore sembra essere uno solo: l’etanolo. Ora, però, l’ultima trovata geniale è far entrare il vino nei musei.

Dunque, benvenuti alla nuova frontiera dell’arte: il bicchiere!

Il museo? Solo il contorno. Un pretesto. Un supporto. Altro che quadri, statue o reperti archeologici… Qui, il vero “manufatto” è il calice!

Ma dopotutto, cosa c’è di più udinese di questo? Abbiamo piazze che profumano di spritz e intere strade invase da locali che distribuiscono 90ml di cultura liquida ai loro avventori.

E se prima si diceva: “Portiamo l’arte tra la gente”, oggi si dice: “Portiamo la gente all’arte… ubriacandola.” Una strategia brillante: l’alcol come vettore culturale.

Bauman parlava di “società liquida”, ma non pensava al Merlot. Noi sì. Il prossimo passo? Musei con formula “all you can drink”.

Ma la domanda è: non bastavano le osterie? No, pare di no. Perché qui il confine tra cultura e happy hour è sempre più sottile. Anzi, ormai il confine è sfocato. Sarà colpa del vino?

E quindi, ci ritroviamo con l’alcol elevato ad arte. Non solo oggetto da consumare, ma soggetto da celebrare!

Ma il punto è un altro. Perché la nostra narrazione culturale passa così spesso dal bicchiere? Perché ogni leggenda locale, ogni racconto popolare, finisce sempre a tavola… e spesso, sotto!?

Siamo davvero convinti che l’immagine di Udine debba ruotare intorno al “food and beverage”? Che poi diciamolo… il food, serve solo per mascherare il beverage.

E infine: L’alcol oggi cos’è? Un piacere!? Un bisogno!? Una dipendenza impacchettata bene col bollino Denominazione di Origine Protetta?

Tirando le somme: va bene tutto! Va bene rendere i musei più vivi, più aperti, più vissuti. Ma forse, la vera sfida è farli diventare luoghi di stimolo, anche senza doverci rovesciare un Refosco sopra.

Perché la cultura è una cosa seria. O almeno, dovrebbe esserlo! Ma tranquillo: se la mostra non ti piace, c’è sempre lo stand con il Prosecco!


UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.

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Autore

  • Michele Menegon

    Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla! A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 approdo a Radio Italia Network. Ideatore del programma radiofonico techno Master Quick, tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi, il più famoso dei quali è Barraca Destroy. Nel 1996 divento Direttore Artistico di Radio Italia Network e sono il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero passare attraverso i computer. Nel 2000 entro nella casa discografica Hit Mania come Direttore Generale, lanciando il fenomeno Lùnapop. Nel 2001 torno alla radio per seguire lo start-up del progetto Radio LifeGate. Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company, e in parallelo entro nel mondo del fitness, ottenendo diverse certificazioni: dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al Bose ecc. Dal 2008 sono Product Manager di Music Master, il software leader mondiale per la programmazione radio-televisiva. Nel 2011 costruisco con Alessandro Bellicini il progetto digitale di Golf Today, seguito poi dalle testate Amadeus e Sci. Nel 2019 portiamo il know-how all’editore Publimaster per le testate Golf & Turismo e Sciare. Nel 2021 fondiamo 3Mind, con cui nasce il progetto Notizie Golf, che lascio nel 2022. Nel 2023 lancio il progetto Udine Podcast, con l’obiettivo di produrre podcast realizzati da udinesi. Il primo è Udinesi Dentro, ma oggi la piattaforma ospita anche: Manca il Sale di Annalisa Sandri I racconti di So e Nanà di Nicoletta Agosto DiscoSauro di Alessandro De Cillia Radici in Stoffa di Silvia Cacitti Spazio Comune, realizzato per l’azienda Chiurlo. Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un triathleta. Un cancro, nel 2019, avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto di oncologia di Udine sono ancora qui — con il mio tumore — a raccontare un’altra storia. Obiettivi futuri? Completare un Ironman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare radio libera! Lo so, sono progetti utopici. Ma bellissimi.

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