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Jennifer Ceconi: “Sono felice perché trasformo quello che faccio in una cosa che mi piace”!

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Udinesi Dentro
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Jennifer Ceconi: "Sono felice perché trasformo quello che faccio in una cosa che mi piace"!
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Jennifer Ceconi: “Sono felice perché trasformo quello che faccio in una cosa che mi piace”!

Determinata e carismatica, combina radici solide con una presenza solare e magnetica. Ha un cuore generoso e una volontà incrollabile, ed affronta la vita con passione e ambizione. Ama creare e guidare, cercando equilibrio tra la concretezza e il desiderio di brillare. Leale, vive ogni relazione con intensità, trovando forza nel suo spirito autentico e indomabile.

Jennifer Ceconi, cosa significa oggi essere un consulente di comunicazione?

Essere un consulente di comunicazione significa tante cose perché è un lavoro a 360 gradi, nel senso che c’è una componente comunque più schematica, più indirizzata, è una parte strettamente empatica perché bisogna capire assolutamente chi sia davanti e che cosa gli si vuole trasmettere. Poi ovviamente la tecnica ti viene in supporto, però principalmente bisogna capire bene la persona davanti e cosa vuole da te e tu cosa riesce a dare e se riesci anche a esprimere bene quello che lui vuole comunicare.

Fare team building è una necessità dei nostri tempi?

Assolutamente sì, perché soprattutto con le nuove tecnologie ci siamo chiusi sempre di più. Già le persone non sono troppo propense a comunicare bene e adesso men che meno con questi strumenti che comunque creano una sorta di muro tra le persone. Credo che nelle aziende, nei gruppi sportivi, in qualsiasi tipo di gruppo, anche nel gruppo proprio famiglia, sia essenziale fare team building per capire sia cosa abbiamo bisogno noi e sia cosa hanno bisogno gli altri, in maniera da riuscire a unire queste cose, di comprendersi meglio e ottenere risultati migliori in ogni ambito.

Da arteterapista, può spiegare come la materia si trasforma in chiave di lettura?

La materia viene praticamente creata da noi. Nel momento in cui scegliamo di lavorare su un tema, la materia ci aiuta a rappresentarla e dargli una forma concreta, quindi può essere una chiave di lettura perché tante volte le persone non si rendono conto di quello che vogliono esprimere e riescono a farlo bene proprio dando forma a magari anche semplicemente della plastilina. E tramite questa cosa riescono a tirare fuori quello che hanno nascosto anche a se stessi e a dargli un’interpretazione in maniera da capire se c’è un problema, se c’è una difficoltà e anche eventualmente come andare a lavorarci sopra.

Secondo lei, è vero che le persone hanno paura di conoscersi?

Assolutamente sì, perché conoscere un’altra persona ti mette inevitabilmente davanti te stesso. Quindi è difficile a volte guardare i propri difetti e le altre persone te li sbattono in faccia, letteralmente, e tantissime persone non accettano questa cosa e quindi creano un muro proprio con l’altro, perché se tu non ti avvicini io non ho bisogno di essere me stesso al 100%, non ho neanche bisogno di guardarmi perché non vedo te, non vedo me.

Lo sport, che pratica con passione, cosa le restituisce?

Il Rugby ti dà tante cose perché è uno sport a cui mi sono avvicinata abbastanza tardi, in realtà, perché avevo già 22, 23 anni. Però mi ha dato quel senso di gruppo che prima non avevo perché arrivavo da uno sport individuale come il tennis. Mi ha insegnato a collaborare con gli altri perché con il rugby o collabori o non vai da nessuna parte. Mi ha insegnato anche, nonostante sia difficile, nonostante cadi tante volte, perché nel rugby cadi tantissime volte, ad andare sempre avanti e rialzarsi sempre.

Come si trasforma un obiettivo in un’ispirazione?

L’obiettivo è una cosa che arriva da dentro. Cioè tu devi proprio chiarirti, anche fare proprio pace con tutto quello che è il tuo essere e decidere cosa ti piace e cosa vuoi fare. E nel momento in cui hai l’obiettivo, l’ispirazione ti arriva perché è come se tu dicessi voglio andare lì e poi puoi prendere diverse strade. Quelle sempre vanno prese in base a come si è senza mai sforzarsi. Però può essere un’ispirazione perché proprio hai bisogno di arrivare lì.

Completi questa frase: Dipingo quando…

Dipingo quando sono felice, quando voglio staccarmi dal mondo completamente, perché entro in un mondo tutto mio.

Qual è il suo segreto per rimanere sempre felice?

Fare sempre quello che mi piace o comunque trasformare quello che sto facendo in una cosa che mi piace.


UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.

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Autore

  • Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla! A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 sono a lavorare per RADIO ITALIA NETWORK. Ideatore del programma radiofonico techno MASTER QUICK tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi: il più famoso è BARRACA DESTROY. Divento Direttore Artistico di RADIO ITALIA NETWORK nel 1996 e fui il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero avvenire attraverso i computer. Nel 2000 approdo alla casa discografica HIT MANIA in qualità di direttore generale lanciando il fenomeno LUNA POP. Nel 2001 ritorno alla radio e seguo lo start up del progetto RADIO LIFE GATE. Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company e parallelamente entro nel mondo del fitness ottenendo diverse certificazioni, dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al BOSE ecc. Dal 2008 sono Product Manager del prodotto leader nel mondo per la programmazione radio-televisiva MUSIC MASTER. Nel 2011 costruisco assieme ad Alessandro Bellicini il progetto digitale di GOLF TODAY e in seguito per le testate AMADEUS e SCI. Nel 2019 portiamo il know-how all’editore PUBLIMASTER per le testate GOLF&TURISMO e SCIARE. Nel 2021 fondiamo la 3Mind che realizza il progetto NOTIZIE GOLF che poi lascio nel 2022. Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un Triathleta! Un cancro nel 2019 avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto oncologico di Udine sono ancora qui, con il mio tumore, a raccontare un'altra storia. Obiettivi futuri? Un Iroman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare la radio libera! Lo so, sono progetti utopistici, ma bellissimi.

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