La moda non convenzionale di Silvia Cacitti
Idealista, indipendente e controcorrente è una persona curiosa portata all’esplorazione. Socialmente consapevole, contribuisce attivamente a migliorare l’ambiente che la circonda.
Ottimista di natura, ama l’apprendimento ed è attratta da argomenti filosofici, spirituali ed accademici.
Non convenzionale, esprimere le sue idee e pensieri in modo diretto e sincero.
Silvia Cacitti, quando la moda entra nella sua vita?
Fin da quando ho memoria passavo i pomeriggi a disegnare pagine intere di figurini di moda.Mia nonna mi ha insegnato a cucire e io modificavo gli abiti dismessi di qualche parente per creare i miei vestiti personalizzati. Mi è sembrato poi naturale scegliere una scuola di moda.
Quali risultati si ottengono attraverso il suo metodo Mindfuldress?
Il metodo Mindfuldress attraverso l’esperienza di apprendimento guidato nella moda, contribuisce a stimolare un atteggiamento mentale flessibile.Attraverso la relazione tra il gioco di abiti e l’immagine accompagno alla consapevolezza dei valori, bisogni e obiettivi che spingono le scelte nel vestire.Questo percorso porta a prendere coscienza e modificare la struttura del pensiero per adattarsi alle diverse situazioni e ai cambiamenti.Albert Einstein disse che “La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario” Pertanto, che sia un’abitudine, un pensiero o un vestito saper essere flessibili è sinonimo di intelligenza. Possiamo dire quindi che la Mindfuldress rende più intelligenti.
Lei accompagna le persone attraverso il cambiamento. Ci racconta il suo?
Il cambiamento più grande è stato in campo professionale, dalla ragazza che creava modelli negli Atelier di moda sono passata a essere socia e gestire un’azienda nel settore della salute e del benessere. Queste esperienze mi hanno permesso di accrescere le mie competenze e sviluppare una forma mentis imprenditoriale da dove è nata poi l’idea del metodo Mindfuldress che utilizza la moda come strumento per modificare il mindset.
Gli udinesi quanto sono attenti al loro dress code?
Direi che gli Udinesi sono attenti al dress code e “vestono bene”. Oggi il concetto “vestire bene” o di bellezza ha necessità di una visione flessibile, perché la moda rappresenta un linguaggio visivo della società. In un mondo che cambia velocemente, che vive di contaminazioni, vede la necessità di allenare una moda adattiva alle esigenze dei singoli individui, per non ingabbiarsi in stereotipi e pregiudizi creati dalle norme sociali della moda tradizionale.
Cosa vuole dire armadio sostenibile?
La definizione di sostenibile è che si può sostenere, sopportare. Un armadio sostenibile, a mio avviso, deve essere sopportabile per la persona in tutte le sue parti, economica, psicologica, sociale e per l’ambiente. Se non si tiene in considerazione tutti gli elementi non è possibile per l’individuo gestire un progetto di armadio sostenibile a lungo termine. Questo può avvenire solo grazie a una profonda conoscenza di sé e delle competenze moda utili a soddisfare tutti i bisogni.
Nel suo essere pro-attiva, le sue passioni che spazio trovano?
Lo spazio è il modo concreto di come si utilizza il proprio tempo. Il mio tempo è gestito in base alle mie passioni: in primis la famiglia, il lavoro, le passeggiate con le amiche, le nuotate in piscina, leggere e vedere film, quello che amo ha lo spazio che decido di dargli.
Il suo metodo punta sulla consapevolezza. Statica o in movimento?
Credo che l’essere consapevoli implichi la coscienza che tutto cambia.
Lei aiuta le persone ad avere una loro narrazione estetica. La sua qual è?
La moda è un linguaggio e il mio potrei dire l’Ermetismo, come la corrente letteraria del primo Novecento, una poesia “blindata” in pochi e oscuri messaggi. Parlo poco di me e questo si riflette nelle mie scelte stilistiche, sono molto minimal e di difficile codifica.
Silvia Cacitti Social: Instagram – Linkedin
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la voce sintetica di Vittorio, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
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