La multidisciplinare Chiara Longhino in continua ricerca di stimoli.
Ironia, creatività, e multi disciplinarietà sono i suoi punti di forza, da dove partire ogni volta per una nuova avventura.
Curiosa, esplora costantemente diverse forme espressive, con un forte dinamismo e un energia contagiosa.
Comunicativa e carismatica, ama i gatti, i tacchi a spillo e le discipline orientali. Una sola certezza! E’ consapevole delle cose che non gradisce.
Chiara Longhino, da quale fonte trae origine la sua passione musicale?
La passione nasce dopo. Prima di tutto nasce dall’esigenza di mia madre che, lavoratrice con tre figlie, aveva la necessità di impiegarle e siccome era abbastanza oberata dalle prime due, la terza l’ha messa a far pianoforte dalla vicina di casa. Li poi è nata una passione che è stata poi approfondita con gli studi fino al Conservatorio. Da li è nata la passione, ma è stata un po’ una scelta casuale.
Come interpreta il suo ruolo di insegnante di musica a scuola?
Io non mi sento docente di scuola. Sinceramente non sono la classica docente giudicante, mi diverte molto, mi piace molto, è una cosa che mi che mi appassiona. Mi appassiona soprattutto vedere come cambia il rapporto con i ragazzi, come cambiano loro e come a sua volta loro cambiano noi. Docente una parola che tra l’altro non mi piace per niente.
Possiamo dire che la musicoterapia ha avuto un impatto travolgente sulla sua vita?
Decisamente la musicoterapia mi ha mostrato innanzitutto un mondo molto diverso da quello in cui mi sono formata e cresciuta nel mondo accademico, e mi ha aperto un sacco di prospettive, mi ha mostrato come sia fondamentale trovare e valorizzare le potenzialità di tutti, e ha profondamente cambiato anche il mio modo di vedere la mia vita.
Le parole hanno un significato importante per lei. È questa la ragione principale per cui scrive libri?
Presuntuosamente scrivo libri perché spero che qualcuno sia invogliato a leggerli. Però sì, sono molto attenta all’uso delle parole. Penso che una comunicazione efficace sia alla base di qualsiasi relazione amicale, sentimentale e qualsiasi tipo di relazione possa funzionare, se c’è una comunicazione valida.
Può condividere con noi il profondo sentimento che la motiva nell’insegnare a persone fragili?
Credo che le potenzialità in fieri siano uguali per tutti, che la disabilità non tolga delle potenzialità, anzi saranno diverse, saranno da far emergere in maniera diversa. Però sono fermamente convinta, soprattutto attraverso quello che è il mio mestiere, quindi verso la musica, che ci siano un grandissimo potenziale in chiunque.
La sua capacità di gestire diverse attività è una necessità o un dono naturale?
Un caos mentale di nascita che mi è stato regalato alla nascita. Però nella sua caoticità funziona, nel senso che io mi stufo facilmente delle cose e di conseguenza ho bisogno di cercare e creare sempre nuovi stimoli.
Perché 4 professionisti si uniscono per seguire il benessere e l’istruzione della persona?
UP è il posto dove io lavoro. È un coworking multidisciplinare, focalizzato soprattutto su quelle che sono le difficoltà e torniamo sempre lì con la voglia di dare delle possibilità a tutti, quindi di cercare la corretta maniera per far emergere il potenziale di tutti.
Chiara Longhino scrive: “La felicità è per i coraggiosi”. Perché?
È una frase che io ho scritto sul frontespizio di uno dei miei libri. Ce l’ho anche scritta sulla schiena, perché penso che certe cose vadano fissate, perché per essere felici credo che serva essere tanto coraggiosi. Cioè bisogna fare un certo punto, e questo è un po’ anche il mio modo di vivere, scegliere se accontentarsi oppure se veramente cercare il senso per cui siamo venuti al mondo fondamentalmente che detta così sono una cosa impegnativa però sì per essere felici credo sia necessario fare delle scelte difficili.
Delle 7 note, Udine qual’è?
Delle sette note musicali Udine potrei dire che è un LA perché il LA è la tonalità minore relativa di Do. Do è la scala per eccellenza. Io sono nata a Udine, sono vissuta qua e penso che Udine sia il mio nido. Fondamentalmente non sono spostata, sono molto stanziale. Però in tonalità minore perché c’è sempre questo star bene, in un senso un po di nostalgia, di malinconia, si secondo me è un LA.
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UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la voce sintetica di Vittorio, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
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