
Questo pòdcast è dedicato alla rivoluzione sonora di Daniele Baldelli.
Taxi Track (2005)
Nella mitologia della musica da ballo italiana, poche figure brillano con l’intensità visionaria di Daniele Baldelli, nato a Cattolica il 12 novembre 1953, l’uomo che ha trasformato per sempre il concetto stesso di DJ set, creando dal nulla quello che oggi conosciamo come cosmic disco.
John Kongas – Anikana (1974)
La sua odyssey musicale ha inizio nel 1969 sulla riviera adriatica, precisamente al Tana Club e poi al Tabù Club di Cattolica, quando il giovane Baldelli utilizzava ancora il tradizionale stile italiano di “cinque brani lenti e cinque ritmati”. Ma era solo l’alba di una rivoluzione che avrebbe ridisegnato per sempre i confini dell’esperienza notturna.
Atomic Rooster – Save Me (1970)
Il momento cruciale arriva nel 1974, quando apre la Baia Degli Angeli vicino a Cattolica, su una splendida collina affacciata sul mare. Questo club non assomigliava a niente che la gente avesse mai visto prima in Italia. È qui che Baldelli inizia la sua metamorfosi artistica. I proprietari iniziarono a dargli soldi extra per comprare più dischi, e così, insieme alla musica Black, iniziò a suonare artisti come Atomic Rooster, John Kongas e Led Zeppelin. La sua notorietà crebbe ulteriormente nel 1977 quando iniziò a sviluppare il suo stile unico, caratterizzato dall’uso di brani insoliti e lati B dei vinili.
Led Zeppelin – Kashmir (1975)
Ma la vera leggenda nasce nel 1979, quando apre il COSMIC a Lazise sul Lago di Garda, con l’intenzione di creare qualcosa di alternativo. Al Cosmic, in un’era di edonismo, Baldelli suonava simultaneamente samba, Kraftwerk e Depeche Mode mescolati a ritmi africani, mentre azionava drum machine e campionatori. Prima di iniziare a suonare, la gente parlava e beveva. Poi Baldelli dava il via con la colonna sonora di Flash Gordon, un assolo di violino di Jean Luc Ponty e altri suoni sorprendenti. Una delle grandi caratteristiche del Cosmic era che la gente lo frequentava non solo per ballare, ma anche per scoprire cosa Daniele Baldelli avrebbe proposto quella sera.
Kraftwerk – Die Roboter (1978)
Durante gli anni ‘settanta’ e ‘ottanta’ fu una figura fondamentale nello sviluppo del suono italiano conosciuto come Afro/cosmic. Baldelli è l’equivalente italiano dei padri della disco newyorkesi Francis Grasso, David Mancuso e Nicky Siano, ma con una sensibilità completamente europea, mediterranea, e visionaria. Oggi, i mixtape dei suoi set selvaggi multi-genere vengono ancora studiati con avidità da fan appassionati e cacciatori di internet, testimonianza di un’epoca irripetibile in cui la sperimentazione era la regola e la sorpresa l’unica costante possibile.
Champs Elysees (1993)
La sua eredità non è solo musicale, ma antropologica: Daniele Baldelli ha dimostrato che un DJ può essere un narratore cosmico, un architetto di esperienze trascendenti, un medium capace di connettere mondi sonori apparentemente incompatibili. Ampiamente riconosciuto come il padrino del cosmic sound, Baldelli porta la sua firma distintiva creando viaggi ipnotici e caleidoscopici attraverso synth spaziali, percussioni giocose e trascendenza da dancefloor.
Sonar (1993)
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Disco Sauro è un podcast scritto da Michele Menegon. La supervisione editoriale e musicale è a cura di Alessandro De Cillia. La voce della sigla è di Fabrizio Cerruti, quella del DiscoSauro è di Matilda, mentre la produzione e il sound design è di Michael Hammer. DISCOSAURO è un podcast realizzato in memoria del maestro Gianni De Luise.
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