Luca Ferri: “La notte è la mia musa ispiratrice”

Ascolta
Udinesi Dentro
Udinesi Dentro
Luca Ferri: "La notte è la mia musa ispiratrice"
Loading
/

Luca Ferri: “La notte è la mia musa ispiratrice”

Arrivato da Milano, scopre che Udine gli calza a pennello. Istintivo, è fortemente protettivo con le persone che ama. Dal carattere riflessivo, raggiunge gli obiettivi grazie alla determinazione e alla perseveranza. Nonostante la natura socievole, trova nella solitudine il momento per ricaricare le energie emotive.

Luca Ferri, nonostante le opportunità offerte dai Teatri Stabili, perché fonda una compagnia teatrale a Udine?

Perché Udine mi ha dato quello che stavo cercando dal punto di vista del sentirmi a casa. Quando sono arrivato a Udine ho sentito quell’emozione che ti dà l’entrare dopo una giornata di lavoro a casa tua, aprire la porta e il poterti rilassare, il poterti sentire al sicuro. Le opportunità che mi hanno offerto i teatri di lavorare, di entrare nelle compagnie erano allettanti, ma lo è stato molto di più l’idea di creare qualcosa di mio e Udine mi stava dando e mi dà l’opportunità proprio di costruire e di investire su quello che è il mio futuro teatrale.

Cosa l’emoziona di più nell’arte teatrale?

Mi emoziona il fatto che il teatro mi mette di fronte ai miei limiti, sia positivi che negativi, cioè mi permette di gioire di quello che so fare, ma mi fa anche soffrire per quello che non so fare e per quello che in qualche modo mi mostra che ho dentro di doloroso, di sofferente. Quindi l’emozione del teatro è l’emozione dell’aprire completamente il mio corpo e vedere quello che c’è dentro dal punto di vista proprio delle emozioni.

Può svelarci la sua musa ispiratrice?

Posso dire la notte, la notte è la mia musa che le racchiude un po’ tutte. La notte quando passeggio con il mio cane per la città, la notte quando sono nella mia casa, vado a dormire molto tardi perché so proprio che le mie muse arrivano quando c’è la penombra in casa. Quindi sì, se devo trovare una musa è la notte che le racchiude tutte.

Lei è un innamorato della vita. È un sentimento corrisposto?

Credo di sì, credo che in qualche modo la vita mi ami, ma proprio perché come il teatro l’innamoramento ti mette di fronte sia alle cose belle che alle cose brutte. E la vita mi dà questo e l’ha fatto sempre in maniera molto intensa. E quindi credo che in qualche modo la vita mi ami. Adesso se mi sta sentendo, magari poi chissà cosa pensa.

Quali sono i criteri che usa per decidere i progetti da avviare?

Il fermarmi, riflettere, pensare. E sto lavorando per arrivare a fare questo. Però la realtà, quella vera, è che è l’istinto. Sono molto impulsivo e quindi se una cosa sento che può andare, anche se è una cosa da matti e tutti, dai colleghi e gli amici dicono no, ma questo non lo fare perché è una pazzia, io ascolto tutti, ma poi faccio come voglio io.

Mario, com’è riuscito a conquistare il suo cuore?

Mario è il mio Jack Russell. Sapevo che si sarebbe chiamato Mario. Avevo in mente che sarebbe stato un Jack Russell che doveva avere questo carattere fastidioso, importante, un po’ rompiscatole, insistente, però estremamente adorabile. Mi ha conquistato perché in realtà siamo molto simili, ci riconosciamo. In certi momenti dobbiamo stare da soli, in certi momenti non possiamo fare a meno uno dell’altro, quindi credo che la nostra somiglianza sia il nostro segreto.

Una persona istintiva come lei, cosa cerca nella meditazione Buddista?

Cerco l’ordine, cerco l’ordine perché l’istinto spesso mi porta alla confusione. Ho bisogno al termine della giornata, anche quando faccio spettacoli fino a tardi. Ecco, io vicino al mio letto ho il mio angolo dove medito e dedico sempre un quarto d’ora, venti minuti alla meditazione perché faccio ordine su quello che è accaduto durante il giorno, su quello che dovrò fare e su quelli che sono stati i pensieri della giornata. Quindi sicuramente la risposta è l’ordine.

Se è vero che i segreti aggiungono fascino alle persone, lei, quanti ne custodisce?

Diversi, diversi. Ci sono dei segreti che custodisco che non dirò mai, non li dico neanche a me stesso. Ma non sono grandi cose, sono quelle piccole cose che però in un qualche modo mi piace custodire. E sono anche cose molto da bambino, non l’amico immaginario, però quei segreti un po’ fantasiosi mi piacciono.


UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la voce sintetica di Vittorio, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.

UDINESI DENTRO lo ascolti anche sulle piattaforme Amazon Music, Spotify, YouTube Music, Apple Podcast

Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla!

A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 sono a lavorare per RADIO ITALIA NETWORK.
Ideatore del programma radiofonico techno MASTER QUICK tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi: il più famoso è BARRACA DESTROY.
Divento Direttore Artistico di RADIO ITALIA NETWORK nel 1996 e fui il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero avvenire attraverso i computer.
Nel 2000 approdo alla casa discografica HIT MANIA in qualità di direttore generale lanciando il fenomeno LUNA POP.
Nel 2001 ritorno alla radio e seguo lo start up del progetto RADIO LIFE GATE.
Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company e parallelamente entro nel mondo del fitness ottenendo diverse certificazioni, dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al BOSE ecc.
Dal 2008 sono Product Manager del prodotto leader nel mondo per la programmazione radio-televisiva MUSIC MASTER.
Nel 2011 costruisco assieme ad Alessandro Bellicini il progetto digitale di GOLF TODAY e in seguito per le testate AMADEUS e SCI. Nel 2019 portiamo il know-how all’editore PUBLIMASTER per le testate GOLF&TURISMO e SCIARE. Nel 2021 fondiamo la 3Mind che realizza il progetto NOTIZIE GOLF che poi lascio nel 2022.
Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un Triathleta! Un cancro nel 2019 avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto oncologico di Udine sono ancora qui, con il mio tumore, a raccontare un'altra storia.
Obiettivi futuri? Un Iroman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare la radio libera! Lo so, sono progetti utopistici, ma bellissimi.