Renato Pontoni: “È importante vedere le persone stare bene grazie a ciò che fai.”
Energico, magnetico e determinato, vive in equilibrio tra l’istintività dell’azione e l’introspezione strategica. Non si lascia scoraggiare facilmente e affronta ogni sfida con passione e sicurezza. Per lui, la lealtà è un valore profondo che guida le sue relazioni. Ama scoprire e comprendere a fondo, trovando soddisfazione nel superare i propri limiti.
Renato Pontoni, come e quando, la musica è entrata nella sua vita?
Ma credo che la musica sia entrata fin da piccolo perché da bambino ascoltavo “Canzonissima” che mio papà registrava con un registratore a bobine. Da lì la prima musica che io poi riascoltavo prima di andare all’asilo le mattine, tant’è che un giorno non ho spento questo mangianastri mettendoci sopra il tappo e l’ho fuso… le bobine.
Se dovesse descrivere Udine con una canzone: quale sceglierebbe!?
Udine è comunque la mia città. Per me è la canzone numero uno, per me nella vita è di John Miles del ’76 che si chiama Music perché appunto dice: “Music was my first love and it will be my last, music on the future and music on the past”. Cioè il futuro, il passato c’è tutto.
Cosa rappresenta per lei il Ceghedaccio?
Il Ceghedaccio è frutto di una passione, di una voglia! Abbiamo incominciato, eravamo in due nel ’93 alla BOTTE e quando la musica anni 90 comunque funzionava. Però la musica degli anni 70/80 io l’ho sempre amata. E quindi noi cerchiamo di fare del nostro meglio. Il nostro gruppo di lavoro per fare sì che questa manifestazione dia gioia felicità emozioni alla gente. È chiaro il nostro lavoro noi comunque lo facciamo di professione, non siamo dilettanti e cerchiamo sempre di fare il meglio. Ci sono tanti, diciamo equilibri da mantenere e tanto lavoro da fare perché per una serata ci sono dei mesi di lavoro.
Sempre impegnato su svariati fronti! Dove trova tutta questa energia?
Penso che sia frutto di una passione, passione, emozione e soprattutto questa energia me la dà il pubblico, perché di fatto io sono un organizzatore, ma sono anche un mezzo artista e quindi la penso un po’ sotto l’aspetto delle… per me l’emozione è la prima cosa, la passione, l’emozione, la voglia. E poi c’è anche la curiosità che mi mette in moto tutto me stesso per capire, per cercare cose che non conosco, per vedere se mi possono piacere e se posso adattarle a quello che faccio.
Qual è il ruolo della famiglia nel suo percorso?
Credo che sia fondamentale perché senza la famiglia, senza l’unione insomma soprattutto di mia moglie che mi sopporta da tantissimi anni… abbiamo questo figlio Carlo che è un ragazzo per bene oggi a 30 anni e che è lui anche il motore della nostra piccola azienda di famiglia quindi insomma la famiglia è tutto. E poi lei è la trait d’union di queste cose.
Lei ha fatto ballare molte persone! Cosa fa ballare lei?
Per me vedere le persone che stanno bene per quello che fai, pur non avendo inventato niente, è molto importante.
Ieri negozio di dischi, oggi organizzatore di eventi! Cosa sarà domani: Natural Sound?
Dipende cosa vorrà fare Carlo perché io a parte l’ufficio che in questo momento è la nostra sede, Natural Sound può essere tante cose. Io credo molto nella comunicazione, credo molto nel raccontare o far raccontare agli altri le proprie emozioni, perché solo così possiamo essere un po’ più friendly, un po’ più alla mano, stare con i piedi per terra e vivere il nostro tempo come è giusto che sia, guardando.
Guardando il suo percorso fino a oggi, come lo descriverebbe in una frase?
Ma io mi sento un po’ anche miracolato, nel senso che mi sento fortunato, mi sento uno che non ha mai mollato, ho sempre cercato di fare il meglio e di dare tutto quello che ho su tutte le cose. Ho avuto la fortuna di essere stato premiato anche economicamente dai lavori che ho fatto e come posso descriverlo? Te lo descrivo come lo potrebbero descrivere gli altri, perché noi siamo lo specchio degli altri e quindi lascio agli altri questa risposta.
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
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