Cristina Lambiase: “Gli ostacoli non li vedo perché sono molto istintiva”!
Mente curiosa e vivace, è sempre alla ricerca di nuove informazioni e stimoli. Rapida nel pensiero e nella comunicazione, ha un talento naturale nell’adattarsi ai cambiamenti. Socievole, può apparire riservata quando è concentrata sull’analisi di dettagli specifici. Ha un approccio pratico e organizzato alla vita quotidiana. La sua natura flessibile e dinamica si combina con un desiderio di ordine e chiarezza, rendendola capace di affrontare situazioni complesse con lucidità.
Cristina Lambiase, qual è il segreto della sua determinazione?
Le spalle e le spalle le intendo come la famiglia, la famiglia come appoggio, la famiglia come esempio e la famiglia, come ricordarsi di non avere paura.
È stato “Il Milione” di Marco Polo a cambiarle la vita?
Si è stato questo libro che mi è stato regalato quando ero alle elementari e ho scoperto il mondo dei viaggi e i viaggi verso altre latitudini del mondo. E piano piano ho incominciato a scrivere anche la mappa dei viaggi che volevo fare io.
Perché la Cina è il telescopio del futuro?
Telescopio del futuro perché racconta dinamiche sociali, economiche, le vive anche culturali, che sono esattamente quelle che vedremo in Occidente fra almeno dieci anni. Porto solamente un piccolo esempio ed è l’utilizzo dei pagamenti elettronici con la scansione dei QR code che in Cina ormai è da circa 15 anni e il metodo più utilizzato. Infatti in Cina non si usa in alcun modo il contante.
Lei si occupa di turismo rigenerativo: cos’è?
In Cina io sono stata responsabile dell’Agenzia nazionale per il turismo e in quell’occasione ho cominciato ad approfondire le tematiche legate allo sviluppo del turismo insieme al territorio. Diversi studi e ho gestito ho insegnato all’Università di Udine al Laboratorio Turismo e sostenibilità e quindi ho approfondito la tematica del turismo rigenerativo che un turismo che include il territorio come dinamica centrale per lo sviluppo di tutti gli altri aspetti. Quindi un modo per lasciare il nostro passaggio più arricchente su un territorio rispetto a quanto noi lo abbiamo trovato.
Fare colazione con un libro, in cosa l’aiuta?
Mi aiuta ad aprire la giornata con un sorriso che è un pensiero delicato che le mie sinapsi cerebrali cercano di connettere e per me è una è una finestra che apro quando mi sveglio.
Con la sua esperienza, come può questa città favorire il turismo sostenibile?
È un primo passo potrebbe essere sicuramente convocare un tavolo tecnico con i rappresentanti delle varie comunità presenti a Udine che sono i vari quartieri, con le associazioni di categoria e con le istituzioni chiaramente e gli uffici amministrativi per cercare di trovare una via comune per valorizzare appunto il nostro bene comune.
Da persona in continuo movimento, si è posta una meta?
La meta grande è sempre stata e sarà chiaramente la Cina. Però ci sono mete satellite, diciamo che sto punteggiano altre piccole mete però sicuramente una previsione di una di un percorso all’indietro di nuovo verso la Cina … prossimamente ci stiamo lavorando.
L’irruenza è la sua “arma nobile” per affrontare le sfide della vita?
Sì, lo è. Per me è dettata da questo “cat feeling”, da questo istinto che mi spinge a muovermi in un modo o in un altro. Spesso posso essere poco attenta e premurosa, magari ho meno compassione, dimostro meno compassione, però riesco a scavalcare possibili ostacoli che farebbero tentennare no in scelte impegnative. Ecco, io quegli ostacoli non li vedo mai, ma non li vedo perché appunto, sono molto istintiva.
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
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