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Giovanna Durì: “È la piazza il miglior posto dove fare una mostra”

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Giovanna Durì: “È la piazza il miglior posto dove fare una mostra”

Sensibile e determinata, ha un’anima profonda e un cuore saldo come la roccia. Vive le emozioni con intensità, ma con i piedi ben piantati a terra. Protettiva e leale, è il rifugio sicuro per chi ama. La sua forza è dolce, la sua tenacia silenziosa ma incrollabile. Ama la bellezza nelle piccole cose e costruisce con pazienza ciò che conta davvero.

Giovanna Durì, è vero che per diventare curatrice ha dovuto frequentare cattive compagnie?

È una risposta che do per vezzo, ma è anche vera. Perché se avessi avuto un percorso regolare, diciamo, senza deviazioni, senza quello che definisco a tutti gli effetti cattive compagnie, non avrei avuto neanche le occasioni per incrociare delle persone che mi hanno portato, diciamo così, sulla strada che più adesso che sto frequentando, ecco.

Perché si definisce una traduttrice?

Parlando di disegni, spesso questi disegni sono abbinati a delle parole, ma quando vengono esposti in mostra non hanno tutta la storia che vi sta dietro, no? E vengono visti come dei bei “disegnetti” e spesso catalogati su mi piace, non mi piace. E non è questo il senso dell’illustrazione, no? Ed è per questo che devo fare diciamo così un po’ di fatica a tradurre e a spiegare che questi non sono solo disegni, ma sono delle parole per immagini, per cui a tutti gli effetti devo fare quel-quello sforzo di filtrare e tradurre, ecco.

Le mostre che cura sono delle storie. Nel realizzarle qual è il capitolo più difficile da scrivere?

Probabilmente l’attacco, cioè il primo capitolo, il capitolo uno. Quando uno entra in una mostra legge qual è il pensiero della mostra. È come una copertina di un libro, per esperienza, per quanto so proprio di colleghi illustratori o che, la copertina è sempre l’ultima a essere fatta. Così anche il primo capitolo, in un certo senso, non per chi scrive no, parte da quello, invece per chi deve tradurre o quantomeno riportare delle cose, la sintesi la si fa nel momento in cui si è finito tutto.

Se dovesse descrivere il suo stile curatoriale con tre parole, quali sarebbero?

Beh, questa è una domanda a cui ho un po’ paura di rispondere perché io non ho uno stile. Cerco di non farmelo in un certo senso perché preferisco che le cose, a seconda del soggetto, arrivino. Per cui non riesco a trovare queste tre parole che possono essere diverse a seconda del soggetto.

Lei è un’ottima disegnatrice, ma non si definisce un artista. Perché?

Allora, intanto ottima, piano con le parole, bisogna misurarle. Al di là di questo, no, perché disegno… Cioè, la parola artista è una parola da usare con una certa, come posso dire? Come un cristallo fragile. È bene usarlo con moderazione.

Si descrive come un’anziana esordiente. C’è più freschezza dell’esordiente o saggezza dell’anziana?

Anche questo è un vezzo, eh, premetto. Peraltro l’ho anche… Mi permetto di sottolineare che l’ho anche tradotto come “ancien terrible”, no? A un certo punto, perché l’esordio, diciamo così, è arrivato tardi e anche come una sorpresa. Per cui forse c’è più freschezza che non, diciamo così, mestiere, ecco.

Perché i suoi luoghi preferiti sono le piazze?

Perché succedono delle cose, passano delle persone, a volte ci sono delle situazioni inaspettate, ci sono discorsi… È bello, ecco. Poi vabbè, per certe città, insomma, è quasi il salotto della città.

Se potesse allestire una mostra in un luogo insolito senza limiti di budget o logistica, dove la farebbe?

Probabilmente in una piazza per vedere l’effetto che fa, come si suol dire, no? Per, per osservare la reazione anche di quelle persone che si trovano di fronte a una cosa che non si aspettano. Una piazza può diventare quasi il foyer di un luogo. Infatti è uno dei posti in cui mi sono divertita di più a fare mostre, magari non era prestigioso come luogo, e tutto era proprio il foyer di un cinema. Perché si hanno delle sorprese. Ecco la cosa bella.


Giovanna Durì Bio

Giovanna Durì progettista grafica per case editrici italiane ed estere, curatrice di cataloghi e mostre per illustratori nel panorama nazionale e internazionale, si è sempre occupata dei disegni di grandi autori senza mai smettere di disegnare (per sé stessa). Si definisce una fortunata e “anziana esordiente” perché è solo dalla primavera del 2012 che pubblica libri e che, riviste e quotidiani, le richiedono illustrazioni.

Collabora con lo spazio online di letteratura e critica Doppozero, prima con racconti di viaggio “Per Brevi Tratti” (www.doppiozero.com/rubriche/brevi-tratti), di seguito con vari articoli da lei scritti (e disegnati).

Come curatrice ha scritto saggi e articoli sull’illustrazione. Come autrice ha pubblicato i libri Vecchi Cani (Nuages 2012) e Gatto Unico (Nuages 2014). Come illustratrice ha realizzato con tecniche diverse quali l’acquerello, la china, il pastello e la grafite libri pubblicati e di prossima pubblicazione.


UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.

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Autore

  • Michele Menegon

    Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla! A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 approdo a Radio Italia Network. Ideatore del programma radiofonico techno Master Quick, tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi, il più famoso dei quali è Barraca Destroy. Nel 1996 divento Direttore Artistico di Radio Italia Network e sono il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero passare attraverso i computer. Nel 2000 entro nella casa discografica Hit Mania come Direttore Generale, lanciando il fenomeno Lùnapop. Nel 2001 torno alla radio per seguire lo start-up del progetto Radio LifeGate. Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company, e in parallelo entro nel mondo del fitness, ottenendo diverse certificazioni: dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al Bose ecc. Dal 2008 sono Product Manager di Music Master, il software leader mondiale per la programmazione radio-televisiva. Nel 2011 costruisco con Alessandro Bellicini il progetto digitale di Golf Today, seguito poi dalle testate Amadeus e Sci. Nel 2019 portiamo il know-how all’editore Publimaster per le testate Golf & Turismo e Sciare. Nel 2021 fondiamo 3Mind, con cui nasce il progetto Notizie Golf, che lascio nel 2022. Nel 2023 lancio il progetto Udine Podcast, con l’obiettivo di produrre podcast realizzati da udinesi. Il primo è Udinesi Dentro, ma oggi la piattaforma ospita anche: Manca il Sale di Annalisa Sandri I racconti di So e Nanà di Nicoletta Agosto DiscoSauro di Alessandro De Cillia Radici in Stoffa di Silvia Cacitti Spazio Comune, realizzato per l’azienda Chiurlo. Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un triathleta. Un cancro, nel 2019, avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto di oncologia di Udine sono ancora qui — con il mio tumore — a raccontare un’altra storia. Obiettivi futuri? Completare un Ironman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare radio libera! Lo so, sono progetti utopici. Ma bellissimi.

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