
Michele Grion: la creatività come esercizio quotidiano
Visionario e profondo, unisce l’empatia sognante alla forza dell’originalità. Vive sospeso tra emozioni intense e pensieri rivoluzionari. Creativo, con lo sguardo rivolto al futuro, e il cuore radicato nel sentire umano, trasforma sensibilità e fantasia in azioni. Ama la libertà, ma crede nel potere dei legami autentici.
Michele Grion; è riuscito a dare forma a tutte le sue esigenze?
Assolutamente no. La creatività nasce da un’esigenza, almeno per quanto mi riguarda. Mentalmente si fa sempre l’esercizio di creare qualcosa di nuovo, di vedere una nuova immagine nella materia, e non solo, anche in un pensiero, se vogliamo, e questo ovviamente è qualcosa che non ti abbandona mai nell’arco della vita. A volte volutamente si cerca un’esigenza per trovare a sua volta una soluzione. È un esercizio quotidiano che ci fa stare bene.
Con Stefano Zuliani ha fondato Emotica: è stato l’incontro giusto, al momento giusto?
Assolutamente sì, le tempistiche sono state perfette sostanzialmente nell’incontrarci. Abbiamo collaborato, abbiamo lavorato in un’altra attività, ma era sicuramente la figura ideale per questa unione. Che cosa intendo? Io sono la parte creativa dell’azienda, invece lui è la parte logistica, amministrativa, anche se devo dire che è spesso a darci una mano anche nella produzione.
Per lei la creatività è la cura o una malattia?
Personalmente la vivo come sia la cura e come anche una malattia. La creatività nasce da uno spunto che ci si dà, alla quale devi dare una certa risposta, una risposta che ti porti a una certa soddisfazione. E non sempre la si trova e quindi la si vive male, no? Nel contempo la creatività è qualcosa che quando la si raggiunge crea una grande stato di soddisfazione, di pace interiore. È una situazione, diciamo, di benessere, la creatività nel momento in cui viene raggiunta.
Emotica è una creatura in continua evoluzione?
Lo è, e deve esserlo. Ecco, perché non si dà mai pace alla ricerca della creatività, no? E quindi è un aspetto fondamentale quello di continuare la ricerca. È qualcosa intrinseco a noi.
I percorsi stimolanti, sono una condizione imprescindibile per il suo lavoro?
Assolutamente, nel senso che nella mia azienda ho la fortuna di fare sempre qualcosa di nuovo, di analizzare sempre una nuova tecnica, una nuova tecnologia e quindi metterla in atto. Ed è questo che fa di Emotica un’azienda in continua evoluzione. Ed è questo stimolo che ci porta ad andare avanti.
Qual è la chiave del successo di Emotica?
La chiave del successo di Emotica è quello di non abbandonare mai i nostri clienti dicendo non lo so fare, ma nemmeno quello di dire sì, lo so fare senza avere la coscienza di saperlo realmente fare. E quindi prendiamo a cuore la richiesta fino a trasformarla in realtà. Ed è questa sicuramente la nostra forza, proprio perché diamo sempre, generalmente, risposta positiva ai nostri clienti.
Emotica rappresenta il riscatto di una vita dedicata alla creatività e alla ricerca?
Emotica per me è una grande soddisfazione essere riuscito a realizzare questa azienda, proprio perché non ho mai ceduto, non ho mai rinunciato alla creatività, anche nei momenti più difficili. La testardaggine nel credere in se stessi e far leva sulle proprie potenzialità ha fatto sì di riuscire a raggiungere negli anni questo obiettivo, questo di riuscire a creare una realtà reale, un’azienda vera e propria.
Lei lavora con molte materie: ce n’è una in cui si riconosce di più?
Mi riconosco francamente nel legno. Nel legno perché lo lavoro e l’ho lavorato da quando ero bambino. E siccome il legno pretende una grande conoscenza, pertanto è un rapporto diverso che lavorare una materia sintetica, assolutamente. Quindi io direi che il legno è quello che mi sta più a cuore.
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
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