Simone Mestroni è un giovane artista udinese che non ama le definizioni. Talento nascosto a se stesso per molti anni, oggi colora la città di poeti, e grandi pensatori.
Le sue opere nascono da un profondo bisogno di conoscenza. Dal carattere prorompente, traccia pensieri netti come le linee dei suoi disegni.
Pragmatico nei pensieri, emotivo nelle relazioni, affronta gli ostacoli della vita con lucidità, senza mai scordare chi è stato e non è più.
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Cosa ha portato Simone Mestroni a mettere al muro la poesia?
Direi la condivisione di quella che è stata la mia esperienza con la poesia, barra letteratura, il poter condividere poi con le persone.
Dal momento che io nella poesia e nella letteratura ci ho visto una forza che però per me è indicibile, perché penso che la poesia può tutto, tranne che spiegare se stessa, ho voluto semplicemente condividerla con loro.
Quando scopre il suo talento di artista figurativo?
Cinque anni fa, e nasce quando provo a raffigurare un poeta, che fu Pasolini su una cabina dell’Enel in mezzo ai campi, nella campagna di Riccardi, giusto dietro casa mia.
Ho scelto quella location perché non ero ancora consapevole di avere delle doti, se posso definirle tali, artistiche. E quindi in mezzo a un campo, mal che vada, non faccio una figura. Quindi l’esperimento è stato li, andato bene. Poi la cosa ha preso piede fortunatamente.
In cosa consiste il progetto Città della poesia?
Città della poesia è un progetto di didattica. Ho cercato di portare sui muri le serrande dei volti di chi ha reso grande nell’Ottocento nel Novecento la poesia mondiale, e riuscire a dare una nozione alle persone. Questa è didattica.
Poi mi sono accorto nel percorso che forse sono stato presuntuoso nel dire io faccio didattica, quindi io fondamentalmente insegno agli altri, e questo l’ho capito quando a Klagenfurt sono andato a disegnare una poetessa locale che era la Bachmann, e io non sapevo chi fosse.
Quindi mi sono dovuto documentare e lì ho capito che Città della poesia è un progetto sì nato da me che porto avanti io ma che comunque, dà esternamente ma dall’esterno, io ricevo; quindi una didattica per tutti, per me compreso.
Cos’è il passato per Simone Mestroni?
Nel passato innanzitutto è una cosa che paghi sulla tua pelle, e che ti permette di essere quello che sei oggi. Fortunatamente sono una persona che ci vuole del tempo, mi ci è voluto del tempo, ma si riesce sempre a capire cosa ha fatto di buono e che cosa ha fatto di sbagliato, e in base alle esperienze riesce a migliorarsi.
La città della poesia è l’obiettivo o una tappa del percorso?
Un obiettivo. Solo che l’obiettivo non è una fine, nel senso che io faccio divulgazione letteraria, poetica attraverso i muri, e penso che i muri siano così tanti che non mi basta la mia vita per riuscire a raggiungerli tutti.
C’è altro oltre ai muri e alle serrande della città di Udine?
Oltre al mio epicentro che appunto Udine, da dove il progetto è partito, ho avuto l’opportunità di fare murales anche in provincia di Vicenza, a Brescia, a Klagenfurt e in Sicilia, a Roccalumera, dove sono stato premiato al Festival Naxos Legge, che ha riconosciuto un festival culturale riconosciuto dalla Regione Sicilia, come divulgatore della cultura 2020.
Cosa ancora più speciale che rende questo mio ricordo particolare e che con me è stato premiato anche Davide Brullo, che una persona che non ama definirsi un critico letterario, ma è una persona di assoluta cultura.
Per me è stato speciale conoscerlo, conoscere quella realtà lì e soprattutto portare il nome di Udine dall’altra parte d’Italia.
Perché sta realizzando un libro su via Riccardo Di Giusto?
Perché di via Riccardo di Giusto s’è sempre solo parlato e trattato in chiave di cronaca, e invece io sono per spaccare il capello in quattro, e analizzare le cose dal punto di vista sociologico, anche di ricerca giornalistica. Quindi sto preparando un libro che racconta e mostra vi Riccardo come forse solamente chi ha avuto la possibilità di viverla dalla sua nascita la conosce.
Ha un desiderio per la città di Udine?
Io spero che anche grazie ai miei sforzi Udine possa raggiungere entro pochi anni l’assegnazione di: Udine Città della cultura. E poi vorrei che questa divulgazione letteraria possa dare un’identità che vada oltre alla città del tajut.
Si sente più artista, divulgatore o cosa?
Artista divulgatore sono legata a doppio filo, se manca una manca tutto, quindi devo sentirmi per forza artista e divulgatore.
Elenco Opere Simone Mestroni
CéLINE – piazza S. Giacomo – Udine
PREVERT – via Manin – Udine
poesia SIMONE – via Paolo Sarpi – Udine
MARINA CVETAEVA – via Aquileia – Udine
MARINETTI – Brescia
PASOLINI – via Zilli lato via Bariglaria – Udine
PASOLINI – Municipio di Ruda
ANAIS NIN – via Canciani – Udine
INGEBORG BACHMANN – Klagenfurt
SYLVIA PLATH – Bar a Terenzano, accanto la chiesa
BAUDELAIRE – via Pradamano 67 – Udine
BUKOWSKI – via Planis 22 – Udine
CAPPELLO E GIACOMINI – Bocciodromo a Rualis (frazione di Cividale del Friuli)
UNGARETTI – S.Maria La longa
ORWELL – Basiliano
BORIS PASTERNAK – Udine
CRISTINA CAMPO – via Stringher – Udine
ALDA MERINI – via Mercatovecchio – Udine
ITALO CALVINO – via Aquileia – Udine
NOVELLA CANTARUTTI – Municipio di Feletto Umberto
OSCAR WILDE – Udine
CARDUCCI – Udine
MERINI, QUASIMODO e PAVESE – Precenicco
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la voce sintetica di Vittorio, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
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