Creatività e logica, il Cocktail esplosivo di Serena Giacchetta
Amante del suo spazio creativo, è una persona progressista e tollerante, che crede nella libertà, evitando il conformismo.
Parla poco, ma canta spesso. Il suo mezzo di locomozione preferito è la bicicletta, la sua forma di comunicazione, il disegno.
Creatività e logica, sono i binari su cui scorre una vita, che cerca sempre grandi emozioni.
Cosa spinge a disegnare Serena Giacchetta?
Per me è un bisogno interno, non è un hobby, quindi è una cosa che viene da dentro. A volte diventa una smania. Non è una cosa così brutta, perché può essere presa anche come un modo per fare di più, non per dare sfogo, per liberarmi anche da questa smania. E quando mi capita prendo un foglio e mi metto a disegnare senza avere proprio un soggetto preciso da disegnare. Disegno. Poi quello che viene fuori viene fuori.
Da piccola progettava appartamenti. Poi cos’è successo?
Mi divertivo a disegnare dall’alto le piante delle case, prendevo dei fogli a quadretti e li attaccavo con lo scotch, quindi facevo proprio dei disegni grandi. Poi tutto questo dove mi ha portata? Mi ha portata all’istituto d’arte e poi a studiare architettura. Quindi dopo architettura ho continuato a disegnare perché ho trovato lavoro in uno studio da un architetto e quindi sono ritornata a disegnare le piantine delle case come da piccola.
Che città ha scoperto realizzando la Guida di Udine?
In questa occasione sono riuscita a fare più cose, oltre che a impaginare solamente un libro, perché ho tenuto comunque i rapporti con i curatori, con l’editore e anche con chi ha prodotto le immagini. Per questa guida di Gaspari Editore è stato un lavoro molto importante, una “guidona”, proprio come la chiamavamo noi, perché lì ho scoperto tanti contenuti in Udine. È molto interessante.
Essere proattiva, ha una motivazione intrinseca, oppure è un desiderio di progresso?
Sicuramente un desiderio di progresso. Rinnovarsi, conoscere, approfondire sono continui spunti e stimoli per la mia creatività, quindi anche per la mia smania interna. Una soddisfazione, insomma, personale.
Come gestisce il suo bisogno di liste e la sua prorompente creatività?
Creatività. La gestisco attraverso il fare, quindi anche le liste sono un mettere in ordine le cose da fare. Non solo liste della spesa ma anche liste proprio dei lavori da fare, liste delle tavole da fare: Per un libro illustrato, ad esempio ho sempre una lista.
Udine, è fonte di ispirazione per i suoi lavori?
Sicuramente, perché quando devo disegnare qualcosa per sentirmi sicura di quello che ho fatto, prendo spunto da ciò che mi circonda, quindi dall’ambiente in cui vivo.
Tre aggettivi che definiscano il diario illustrato “TE”.
Allora, il diario illustrato “TE” è un grande traguardo, una prima pubblicazione ufficiale per me, per questo diario illustrato, collaborato con la compagnia teatrale Teatro della Sete, che mi ha passato i testi di uno spettacolo e quindi io ho preso questi testi, li ho attualizzati attraverso il disegno. Quindi “TE” rappresenta un traguardo. Un traguardo rappresenta una libertà di fare quello che mi piace fare e soprattutto sentendo i commenti delle persone, l’emozione di chi lo sfoglia è una cosa impagabile per me.
Lei dice di perdersi spesso. Ha un segreto per ritrovarsi ogni volta?
Ogni volta cerco di fare quello che faccio quando mi metto a disegnare e a fine giornata lascio un lavoro. Non sempre lo finisco, quindi il giorno dopo mi devo rimettere a lavorare. Cerco di rimettermi un po’ nella condizione in cui ho lasciato questo lavoro tanto fisicamente, proprio la posizione in cui ero seduta. Cerco poi di ricrearmi una musica, un suono. Prendere in mano uno strumento che avevo lasciato, fare una traccia su un foglio. Questo mi permette un po di ricollegarmi con ciò che stavo facendo, quindi mi metto proprio in una condizione di meditazione, quasi annullo tutto quello che c’è intorno a me.
La foto di copertina realizzata da Andrea Pavan ritrae Serena Giacchetta nella prima volta in cui ha realizzato una “storia” disegnando dal vivo insieme all’orchestra dell’Associazione Filarmonica Sanvitese.
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la voce sintetica di Vittorio, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
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