Questo pòdcast è dedicato al potere della musica dei Sound of Blackness.
Optimistic (1991)
Sound of Blackness è un gruppo musicale americano che ha saputo fondere generi come gospel, soul, jazz, R&B e hip-hop. Nato nel millenovecentosessantanove a Minneapolis, Minnesota, il gruppo ha sempre portato avanti la missione di valorizzare la tradizione musicale afroamericana, veicolando messaggi di speranza e giustizia sociale. Fondato da Gary Hines, si è affermato per le sue voci potenti, arrangiamenti innovativi e testi che trattano temi di lotta, resistenza e trionfo.
The harder they are the bigger they fall (1994)
Il gruppo ha avuto origine presso il Macalester College di St. Paul, Minnesota, inizialmente con il nome di Macalester College Black Voices, concentrandosi sulle reinterpretazioni di spìrituals e canti di lavoro. Successivamente, ha ampliato il repertorio per includere jazz e blues, con l’obiettivo di promuovere la cultura e la storia afroamericana, sensibilizzando contro il razzismo e le ingiustizie sociali. Nel millenovecentosettantuno, il gruppo adottò il nome Sound of Blackness, esibendosi in concerti e festival locali e guadagnando notorietà per la capacità di adattarsi a vari stili musicali, mantenendo un messaggio di unità e speranza.
I’m going all the way (1993)
Il grande successo commerciale arrivò con la firma del contratto con Perspective Records, l’etichetta di Jimmy Jam e Terry Lewis, anche loro di Minneapolis. Con il loro supporto, il gruppo entrò nel circuito mainstream, mescolando le radici gospel con sonorità contemporanee di R&B e pop. Il debutto con l’album “The Evolution of Gospel” del millenovecentonovantuno fu un enorme successo, ricevendo ottime recensioni e vincendo il Grammy Award per il miglior album gospel contemporaneo. Il singolo “Optimistic” divenne una hit nelle classifiche R&B e dance, grazie al suo messaggio di resilienza e arrangiamenti potenti. Un altro brano di rilievo fu “Testify”, che mise in luce il dinamismo del gruppo.
Testify (1991)
Dopo “The Evolution of Gospel”, il gruppo continuò a sperimentare, restando fedele alla propria missione. L’album “Africa to America: The Journey of the Drum” esplorava le radici della musica afroamericana e vinse un altro Grammy Award. Durante gli anni novanta e duemila, pubblicarono altri album di successo, come “Time for Healing” e “Reconciliation”, collaborando con artisti come Prince, Aretha Franklin e Luther Vandross.
Everything Is Gonna Be Alright (1994)
Uno degli aspetti più rilevanti della carriera del gruppo musicale Sound of Blackness è stato il loro impegno costante per i diritti civili e la giustizia sociale. Canzoni come “Hold On (Change Is Comin’)”, diventata un inno per i movimenti di giustizia sociale, hanno ispirato speranza in periodi difficili. Il gruppo ha utilizzato la sua musica per sensibilizzare su temi come razzismo e povertà, connettendo le proprie radici musicali alle problematiche moderne.
Hold On (1997)
Sound of Blackness rimane una fonte di ispirazione nella musica afroamericana e un simbolo di speranza per i diritti civili. Con oltre cinquant’anni di carriera, hanno influenzato numerosi artisti e produttori. Il loro vero impatto è stato mantenere viva la tradizione della musica nera americana e promuovere messaggi di positività e inclusività. Ancora oggi, Sound of Blackness prosegue con dedizione il proprio impegno verso la giustizia sociale, la musica e la spiritualità, utilizzando il potere della musica come strumento di cambiamento nella lotta per l’uguaglianza.
The Pressure (1997)
Questo pòdcast dedicato al potere della musica dei Sound of Blackness, finisce qui! Se vuoi ascoltare tutta la musica del DISCOSAURO, scarica l’applicazione gratuita IN MY RADIO, per Apple o Andròid.
Disco Sauro è un podcast scritto da Michele Menegon. La supervisione editoriale e musicale è a cura di Alessandro De Cillia. La voce della sigla è di Fabrizio Cerruti, quella del DiscoSauro è di Matilda, mentre la produzione e il sound design è di Michael Hammer. DISCOSAURO è un podcast realizzato in memoria del maestro Gianni De Luise.
Alessandro De Cillia entra nell’organico di Radio Italia Network nel 1990: esordisce come tecnico del suono e presto giunge ad affiancare Mr. Marvin in qualità di programmatore musicale.
Si occupa quindi della ricerca di nuovi artisti, pianifica la programmazione delle trasmissioni e cura i rapporti con le maggiori etichette discografiche (Sony, Virgin, Universal, Warner, Polygram, Emi , ….).
Firma alcuni programmi che hanno fatto la storia di Italia Network. Il primo risale al 1993 ed è HIP & MUFFIN’ SHOW, incentrato sulla musica hip-hop e sul ragga muffin’, con lo pseudonimo Dj Delicious. Ma è forse il mastermix MADHOUSE il programma più rappresentativo della sua ricerca musicale.
Qui Alessandro propone inizialmente una selezione mixata di House tribale per poi specializzarsi in Minimal e Intelligent Tecno. Ed è proprio la fama di MADHOUSE che lo porterà poi a lavorare come disc jockey nei migliori club della scena underground degli anni ’90 e a diventare dj-resident de La Scala, uno dei locali di riferimento per la musica di tendenza di quel tempo.
Oggi Alessandro continua la sua ricerca musicale quotidianamente. Ha una ricca collezione di vinili che spaziano dalla musica Hip Hop alla Funky, dall'House alla Techno.
Viene a diretto contatto con la musica in giovane età con l'elettronica ed il rock elettronico ascoltando con fascinazione i Kraftwerk ed i Rockets, successivamente si appassiona alla disco black degli anni ottanta ( S.O.S. Band , Janet Jackson , Donna Summer, e tutte le produzioni di Jimmy Jam & Terry Lewis) e soprattutto viene rapito dalla musica di Prince.
Questo lo porterà ad indagare sulle origini della musica contemporanea del tempo e a scoprire il Soul di James Brown , il Funky di George Clinton e dei Parliament, per poi appassionarsi all' Hip Hop , genere che attingeva e traeva ispirazione proprio dalle radici della musica Black.
Alla fine degli anni 80 si appassiona al nuovo genere musicale che sta nascendo: l'House music, prima quello melodico cantato, poi verso quello Tribale esplorando la musica Techno, sempre alla ricerca di nuove esperienze sonore.
Così come era definito MadHouse: “l'evoluzione della musica” il suo programma mixato all'interno del Mastermix di Italia Network. La musica è concepita come un viaggio sonoro attraverso i vari generi che la caratterizzano, attingendo e lasciandosi influenzare da essi.
Attualmente l'ascolto è indirizzato verso quegli spazi che non sono stati ancora esplorati nel passato quali la musica d'avanguardia italiana di rock progressivo , melodico disco, oltre che il genere cosiddetto “balearic”, influenzato da vari viaggi effettuati a Ibiza agli inizi del 2000.
Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla!
A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 sono a lavorare per RADIO ITALIA NETWORK.
Ideatore del programma radiofonico techno MASTER QUICK tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi: il più famoso è BARRACA DESTROY.
Divento Direttore Artistico di RADIO ITALIA NETWORK nel 1996 e fui il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero avvenire attraverso i computer.
Nel 2000 approdo alla casa discografica HIT MANIA in qualità di direttore generale lanciando il fenomeno LUNA POP.
Nel 2001 ritorno alla radio e seguo lo start up del progetto RADIO LIFE GATE.
Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company e parallelamente entro nel mondo del fitness ottenendo diverse certificazioni, dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al BOSE ecc.
Dal 2008 sono Product Manager del prodotto leader nel mondo per la programmazione radio-televisiva MUSIC MASTER.
Nel 2011 costruisco assieme ad Alessandro Bellicini il progetto digitale di GOLF TODAY e in seguito per le testate AMADEUS e SCI. Nel 2019 portiamo il know-how all’editore PUBLIMASTER per le testate GOLF&TURISMO e SCIARE. Nel 2021 fondiamo la 3Mind che realizza il progetto NOTIZIE GOLF che poi lascio nel 2022.
Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un Triathleta! Un cancro nel 2019 avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto oncologico di Udine sono ancora qui, con il mio tumore, a raccontare un'altra storia.
Obiettivi futuri? Un Iroman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare la radio libera! Lo so, sono progetti utopistici, ma bellissimi.