La cifra artistica di Lorenzo Zoppolato è fondata sull’amore.
La prima volta che lo incontri, ti chiedi quanto sia alto. Poi, ti fai catturare dai suoi occhi azzurri, che svelano vivacità, ed entusiasmo.
Intraprendente ed appassionato, ha affrontato tutte le sfide della vita con slancio, coraggio e realismo.
La matrice della sua cifra artistica è l’impulsività, fondata sugli affetti più cari.
Timido all’apparenza, nasconde un carisma naturale, e una presenza magnetica che attrae. Ambizioso ed audace, è sempre pronto a mettersi in gioco per ottenere ciò che desidera.
Con quale scatto inizia la passione fotografica di Lorenzo Zoppolato?
Con gli scatti fatti al Parco Skate dei Rizzi a Udine. Cercavo di fotografare i miei amici che facevano skate e la fotografia è stata così un po un momento, è stato una scusa per pensare con loro e mettermi in relazione con loro.
Molti i premi che ha vinto. Qual è il più significativo?
Probabilmente il primo molto piccolo a 19 anni, quando presentai il mio primo portfolio e non sapevo neanche cosa fosse un portfolio e mi sono reso conto che in realtà era un insieme di fotografie che raccontavano molto di me. E queste fotografie erano proprio quelle che facevo ai Rizzi, allo skate park.
Cosa le piace fotografare quando non lavora?
La mia famiglia. Penso che siano le fotografie più importanti. Baratterei tutte le mie fotografie per una buona foto di famiglia.
Quanto è fotogenica Udine?
Secondo me lo è molto se si ha la capacità di guardarla con gli occhi dell’affetto e non con gli occhi del turista.
Vinile o mp3 è una polemica musicale. Vale anche per la pellicola ed il jpeg?
Sì, vale anche per per la pellicola e jpeg, ma con la differenza che probabilmente l’analogico, per cui la pellicola ti permette non di fare migliori fotografie ma di farle più lentamente. E questo aiuta molto la produzione, perché quando è possibile io cerco di fotografare in analogico.
Qual è la sua idea di fotografia?
La mia idea di fotografia è probabilmente quella dalla quale cerco di non allontanarmi mai dell’inizio tra virgolette della mia carriera. Cioè la mia idea di fotografia è quella cosa che ti permette di metterti in relazione con gli altri soprattutto dopo dopodiché viene la tecnica, dopo vengono i premi, dopo viene tutto il resto.
Qual è l’insegnamento più importante del suo mentore Ferdinando Scianna.
Ce ne sono due il primo quello un attimino più simpatico, che dice che per fare una buona fotografia ci vuole il 33% di lavoro, 33% di talento e il 33% di culo. E la seconda cosa che mi ha insegnato è che la fotografia, senza un immaginario sulla quale appoggiarsi, un immaginario legato all’arte, alla letteratura, alla cultura in generale, non vale nulla.
Alcune porte in faccia. Qual è quella che le ha fatto più male?
Questa è tosta da ricordare, probabilmente quando un mio ex professore all’Accademia non solo si limitò a criticarmi le mie fotografie, ma all’interno di un evento pubblico, mi criticò davanti a una platea di 150 persone in mia assenza. Questo, quando lo seppi, mi mi dette molto fastidio. Poi, parlando del più e del meno con altri colleghi, mi hanno detto che se l’aveva fatto è perché forse aveva colpito talmente tanto e forse è stato lui a essersi preso una porta in faccia da solo.
Ha iniziato con il dinamismo, è passato per il realismo magico e ora fotografa il suo territorio. Domani dove punterà l’obiettivo.
Domani l’obiettivo sarà puntato sempre sulle storie delle persone. Ho iniziato un progetto fotografico a Buenos Aires proprio con questo presupposto. Dopo la pandemia, dopo un periodo in cui siamo stati molto lontani dalle persone, l’idea di camminare, di camminare tanto e incontrare persone che non conosco mi dà una grande spinta, una grande voglia di di continuare a fotografare perché sono convinto che ci sono un sacco di storie, un sacco di piccole grandi storie nascoste dietro dietro la quotidianità. Per cui andare e camminare.
Visita il sito di Lorenzo Zoppolato
lorenzozoppolato.com
Lorenzo Zoppolato – Mappe Di Identità
Video YouTube – Guida alla mostra
Dicono di Lorenzo Zoppolato:
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la voce sintetica di Vittorio, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
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