Michele Libralato: “La ricerca Universitaria è piena di storie emozionanti”!
Dottore in Scienze dell’Ingegneria Energetica e Ambientale, svolge attività di ricerca sulla simulazione energetica degli edifici. Non si spaventa davanti ai problemi complessi. Curioso e poliedrico, ha parecchi interessi che lo tengono impegnato su diversi fronti.
Michele Libralato, cosa significa essere un ricercatore?
Principalmente che è molto difficile trovare qualcuno con cui parlare di quello che faccio. Fare ricercatore secondo me in università adesso significa avere a che fare con persone molto interessanti, con i professori con cui lavoro qua, con quelli che incontro all’estero, con ricercatori bravissimi e con studenti curiosi e ambiziosi. Secondo me l’università adesso è uno dei posti più vivaci e più emozionanti in cui trovarsi a lavorare.
Siamo sulla strada giusta per migliorare l’efficienza energetica degli edifici?
Purtroppo la gestione degli edifici segue le regole del mercato e quindi molto spesso sua efficienza energetica viene un po’ trascurata e non conta ancora abbastanza. Per aggiungere gli obiettivi di impatto zero, dovremmo condizionare gli edifici solo con sistemi a pompa di calore, a teleriscaldamento o qualche altra tecnologia. Dovremmo sempre misurare le nostre prestazioni per vedere se tutto funziona e molto spesso questi sistemi di monitoraggio sono ancora troppo costosi e difficili da utilizzare.
Lei lavora presso l’Università di Udine…
E grazie a questo lavoro ho potuto conoscere molti ricercatori e professori del Dipartimento di Ingegneria e Architettura che stanno portando avanti dei lavori di ricerca davvero belli da conoscere, sono molto spesso emozionanti. Ci sarebbero davvero tantissime storie da raccontare e ogni tanto mi chiedo perché non ci sono più giornalisti che intervistano i professori, ma immagino che poi non ci sarebbero articoli rivolti a un pubblico generale ma sarebbero molto tecnici.
Cosa le hanno lasciato le sue esperienze all’estero?
Ho fatto diversi Erasmus durante il mio percorso da studente e mi sono portato dietro diverse cose positive. Quello che vorrei comunicare è che anche ai miei studenti, di cogliere tutte queste possibilità che ci vengono dall’Unione Europea e dall’Università per crescere.
Cosa può fare la città di Udine per favorire la ricerca?
Sicuramente fa già molto, però vedo che ci sono ancora poche occasioni in cui i cittadini possono farsi un’idea di cosa succede in università e di cosa fa per il territorio. Potrebbero esserci più incontri, anche con le scuole, per conoscere questi progetti e potrebbero esserci più servizi informativi per gli studenti, soprattutto se sono dei fuori sede o stranieri e quando arrivano a Udine magari sono un po’ disorientati. Pochi sanno che ci sono studenti che arrivano anche da molto lontano per frequentare la nostra università e sarebbe bello se potessero trovarsi bene fin da subito.
Attualmente su cosa sta lavorando?
L’idea su cui sto lavorando adesso è quella di sviluppare dei metodi per armonizzare i consumi energetici degli edifici e la produzione di energia rinnovabile, prevedendo anche gli effetti del clima futuro. Per raggiungere questi obiettivi è importante monitorare bene il comportamento degli edifici con i sensori e poter leggere e interpretare i dati raccolti. E uno strumento molto importante per fare questo è la simulazione energetica degli edifici. Ci sono molti aspetti da chiarire dal punto di vista tecnico e pratico, per cui procediamo a piccoli passi, partendo dai risultati.
Quali sono gli obiettivi della combinazione tra scienza e arte?
Ho iniziato a lavorare a un progetto di scienza e arte con Francesco Scarel, dell’associazione Liminal Research, e mi sono fatto l’idea che l’arte sia comunicazione. Penso che la scienza possa fornire molti contenuti da comunicare. Personalmente penso di poter comunicare l’entusiasmo e la meraviglia che provo quando ho a che fare con la scienza. Quando parlo di meraviglia magari qualcuno potrebbe pensare alla magia, però un po’ è quello che succede in laboratorio. I primi risultati di un esperimento sembrano quasi sempre a non aver senso, sembra che ci sia qualcosa di magico dietro gli strumenti. Poi, dopo aver studiato i dati e aver compreso i fenomeni, è ancora più sorprendente riconoscere le leggi fisiche fondamentali e le loro complesse interazioni dietro questi dati.
Può suggerire un’idea regalo a coloro che hanno a cuore l’ambiente?
Una buona idea a regalo, secondo me, è la busta. Ci possono mettere dentro i contanti, come quando si fanno i regali di gruppo e di solito chi li riceve non è mai deluso. Può anche essere un bonifico. Se invece il destinatario del regalo apprezza lo studio, potrei consigliare due libri scritti dal professor Comini e da me, ovvero il cambiamento climatico, il punto di vista fisico-tecnico, e verso una nuova energetica.
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
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