
Scarpe friulane: Passi antichi verso un futuro sostenibile
Un mio motto dice: “Un viaggio di scoperta inizia dall’indossare le scarpe giuste”.
In questo episodio parleremo di calzature, ma non delle comuni scarpe moderne.
Infileremo i piedi nelle calzature tradizionali friulane, un tempo create dalle comunità rurali con materiali naturali e di recupero. Ogni paio di scarpe della tradizione racconta un passo che oggi è più rilevante che mai: quello verso la sostenibilità.
In un’epoca in cui le scarpe non erano solo accessori ma oggetti preziosi da risparmiare, i contadini camminavano scalzi.
Le calzature, fatte di legno o panno, venivano riparate e preservate il più possibile per essere usate soltanto in particolari occasioni o in ambienti ostili come terreni scoscesi e boscosi.
Durante le attività nei campi, poi, entravano in gioco i grifs: ramponi di ferro applicati sotto le suole per garantire una presa sicura sui pendii più difficili, evitando pericolosi scivolamenti.
Come non citare gli zoccoli dei dalmenâr, intagliati da un unico pezzo di legno, la dalmina , e completati con una fascia di cuoio per fermare il piede. Con intagli che aggiungevano un tocco artistico, questi zoccoli erano pensati per durare una vita e affrontare ogni tipo di terreno.
A Maniago, centro di una tradizione artigianale secolare, prendeva forma lo scarpet cu la gugja , elegante pantofola con gambale chiuso da nastri decorativi, simbolo distintivo della cultura locale.
Un esempio tornato oggi di moda è lo scarpèt, la scarpetta friulana riproposta come capo d’eleganza e comodità, adatta a uomini e donne di ogni età. Ricamata con motivi floreali unici per ogni valle, è un esempio di stile senza tempo che celebra la creatività e la competenza artigianale delle donne friulane, capaci di trasformare ogni paio in un piccolo capolavoro.
Ma ciò che rende queste calzature davvero uniche è il loro messaggio di sostenibilità. Lo scarpèt non era solo una scarpa, ma un esempio di upcycling prima che questo termine fosse di moda. Quando le risorse erano scarse, le friulane utilizzavano tutto ciò che avevano: vecchi copertoni diventavano robuste suole, tessuti scartati si trasformavano in tomaie variopinte, dando vita a un’esplosione di colori e creatività.
Lo scarpèt ci insegna che vivere in armonia con l’ambiente è possibile. Concetti come riparare, riutilizzare e riciclare non sono strategie di marketing, ma sagge tradizioni che possiamo ancora fare nostre.
Oggi, dove il “nuovo” è spesso effimero, queste calzature ci ricordano che il passato può ancora ispirare il futuro, trasformando ogni passo in un messaggio di innovazione e rispetto per l’ambiente.
Grazie per avermi ascoltato. Ti aspetto nel prossimo episodio di Radici in Stoffa.
Music by Rockot – BackgroundMusicForVideo from Pixabay
Radici in Stoffa è un podcast originale di Silvia Cacitti, realizzato in collaborazione con il Museo Etnografico e il Patrocinio del Comune di Udine. Tutte le puntate di Radici in stoffa le puoi trovare su udinepodcast.it
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