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TARTE TROPEZIENNE – La torta amata da Brigitte Bardot

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TARTE TROPEZIENNE – La torta amata da Brigitte Bardot
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TARTE TROPEZIENNE – La torta amata da Brigitte Bardot

Saint-Tropez, amena località della Costa Azzurra con le sue stradine di ciotoli e le case in sasso era un tranquillo villaggio di pescatori, fino a quell’estate del 1955.

Roger Vadim aveva iniziato a recitare da ragazzo, piccole parti come attore cinematografico ma la sua vera aspirazione era la regia. Conobbe Brigitte Bardot quando lei aveva 16 anni e lui 22. Un autentico colpo di fulmine il loro, ma dovettero attendere i 18 anni di lei per potersi sposare, poiché la famiglia di Brigitte, rigida e convenzionale, ostacolò in ogni modo il loro amore. Si sposarono a Parigi il 19 dicembre del 1952. Lei all’epoca faceva la ballerina e lui muoveva i primi passi come regista.

La coppia trascorreva la vacanze estive a Cap Myrtes, vicino a Saint-Tropez e fu così che, nell’estate del 1955, Roger Vadim decise di far recitare nel suo nuovo film proprio Brigitte, di cui vedeva il grande potenziale. Il film ambientato a Saint-Tropez -per inciso si trattava di “Et Dieu… creà la femme”- cambiò per sempre il loro destino, consacrando Vadim come regista e Brigitte come la più sensuale delle donne francesi.

Ma spostiamoci per un attimo, pur rimanendo sempre a Saint-Tropez e andiamo nella boulangerie patisserie che Alexandre Micka, pasticcere di origine polacca, aveva aperto da poco proprio nel paesino della Costa Azzurra. Alexandre sfornava specialità polacche, ricette della sua tradizione familiare. In particolare preparava un dolce a base di pan brioche e farcito con creme, una ricetta che era appartenuta a sua nonna.

Fu così che in quella calda estate, la troupe cinematografica capitanata da Vadim chiese ad Alexandre Micka di preparare il pranzo per i cineasti.

Alexandre preparò anche la torta della nonna, di sua nonna eh!

Ebbene, il dolce piacque talmente tanto a Brigitte che l’attrice la richiese ogni giorno. La chiamava la “tarte de Saint-Tropez” e andava ghiotta di quel dolce cremoso e irresistibile.

Al pasticcere piacque il nome dato dalla Bardot, ma lo variò in Tarte Tropézienne e con vera lungimiranza decise di depositare il marchio e il brevetto di fabbricazione. Si pensi che la ricetta originale era quella scritta dalla nonna su un semplice quaderno.

Nell’estate del 1955 quindi cambiarono definitivamente molti destini: quello dei coniugi Vadim, quello di Saint-Tropez che grazie a quel film diverrà metà dei vip e località turistica di lusso e infine quello di Alexadre Micka, il nostro pasticcere.

La Tarte Tropézienne -ricca brioche dalla forma rotonda, guarnita da granelli di zucchero, aromatizzata all’essenza di fiori d’arancio, farcita da meringa all’italiana e crema pasticcera- viene prodotta tutt’oggi e la patisserie di Alexandre Micka è ancora aperta. La ricetta depositata è segreta e nel 2013 nacque il brand “La Tarte Tropézienne” con diversi negozi sia in Francia che all’estero.


Le storie di cucina sono infinite, così come i suoi protagonisti. Manca il Sale, è un podcast originale di Annalisa Sandri. La voce della sigla è di Vittorio, la produzione e il sound design di Michael Hammer. Tutte le puntate di MANCA IL SALE, le puoi ascoltare su udinepodcast.it.

MANCA IL SALE lo puoi ascoltare su Amazon Music, Spotify, YouTube Music e Apple Podcast.

Autore

  • Mi chiamo Annalisa e amo cucinare. Se è vero che è l’amore a far girare il mondo, nel mio caso è stato per amore che ho imparato a spadellare ed è per amore e con amore che spadello ogni giorno. Devo ringraziare chi, proprio con amore (e con tanta pazienza!), assaggia le mie preparazioni, elogiando o criticando a seconda del risultato. Ed è la stessa persona che mi ha spinta a creare questo blog! Confesso che non ero in grado di cucinare nemmeno una pastasciutta (il risultato era una di queste opzioni: o scotta, o cruda, o insipida o… una salina!) e mi sono avvicinata ad un mondo di sapori, profumi e colori che mi ha conquistata. Ho iniziato da “grande”, frequentando nel 2003 un “corso base” di cucina, e da allora non mi sono più fermata. Ho frequentato decine di corsi di cucina… imparando a preparare un’infinità di piatti. Devo dire che tutto ciò che è “culinaria” mi affascina: libri e film sull’argomento, ristoranti e trattorie, preparati e composti, vini e pozioni… qualsiasi cosa purché entri nel mio mondo preferito. Non mi considero una cuoca, né ho velleità di esserlo! Prendo spunti, rielaboro, riassemblo e… quando cucino non mi accorgo del tempo che passa, non ho più pensieri né preoccupazioni, perché lo stare davanti ai fornelli è per me totale e puro relax!

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