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Udine: quando il turismo è una forzatura!

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Udine: quando il turismo è una forzatura!
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Udine: quando il turismo è una forzatura!

Immagina una città tranquilla …

Non ha il mare, non ha un Colosseo, non ha un aeroporto internazionale.

Quello che possiede è una comunità viva, una storia fatta di piazze, commercio, osterie e cultura.

Ora, immagina che da un giorno all’altro, qualcuno decida che questa città deve diventare turistica.

Perché una tranquilla città deve diventare turistica?

Forse per portare soldi?! Forse per dare un volto nuovo alla città?! O forse — diciamolo — per mettere la propria firma politica su qualcosa di visibile, fotografabile, o pubblicabile.

Udine è un esempio reale. Una città bella, sì, ma non turistica per vocazione. Eppure si punta a trasformarla. Eventi, promozione, campagne social, festival, progetti di valorizzazione.

Ma valorizzazione di cosa? E, soprattutto, per chi?

Quando il turismo viene imposto, il rischio è alto.

Si snatura l’identità. Si costruiscono attrazioni finte. I negozi di vicinato spariscono. I bar diventano tutti uguali.

I residenti iniziano a sentirsi ospiti a casa loro.

I prezzi salgono, gli affitti pure. E il centro storico si svuota.

L’economia diventa fragile. Dipende dalle stagioni, dai voli low cost, dalle recensioni online.

E se il turista non arriva? Cosa resta?

Ora: non si tratta di dire no al turismo. Ma di chiedersi: ha senso voler diventare ciò che non si è?

Non tutte le città devono diventare mete.

Alcune possono restare luoghi. Veri, vivi, non messi in vetrina.

Udine può valorizzare sé stessa, certo. Ma a partire da ciò che è. Non da ciò che non sarà mai.

Perché il turismo, se forzato, non arricchisce.

Trasforma.

E spesso, svuota.


UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.

UDINESI DENTRO lo ascolti anche sulle piattaforme Amazon Music, Spotify, YouTube Music, Apple Podcast

Autore

  • Michele Menegon

    Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla! A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 approdo a Radio Italia Network. Ideatore del programma radiofonico techno Master Quick, tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi, il più famoso dei quali è Barraca Destroy. Nel 1996 divento Direttore Artistico di Radio Italia Network e sono il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero passare attraverso i computer. Nel 2000 entro nella casa discografica Hit Mania come Direttore Generale, lanciando il fenomeno Lùnapop. Nel 2001 torno alla radio per seguire lo start-up del progetto Radio LifeGate. Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company, e in parallelo entro nel mondo del fitness, ottenendo diverse certificazioni: dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al Bose ecc. Dal 2008 sono Product Manager di Music Master, il software leader mondiale per la programmazione radio-televisiva. Nel 2011 costruisco con Alessandro Bellicini il progetto digitale di Golf Today, seguito poi dalle testate Amadeus e Sci. Nel 2019 portiamo il know-how all’editore Publimaster per le testate Golf & Turismo e Sciare. Nel 2021 fondiamo 3Mind, con cui nasce il progetto Notizie Golf, che lascio nel 2022. Nel 2023 lancio il progetto Udine Podcast, con l’obiettivo di produrre podcast realizzati da udinesi. Il primo è Udinesi Dentro, ma oggi la piattaforma ospita anche: Manca il Sale di Annalisa Sandri I racconti di So e Nanà di Nicoletta Agosto DiscoSauro di Alessandro De Cillia Radici in Stoffa di Silvia Cacitti Spazio Comune, realizzato per l’azienda Chiurlo. Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un triathleta. Un cancro, nel 2019, avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto di oncologia di Udine sono ancora qui — con il mio tumore — a raccontare un’altra storia. Obiettivi futuri? Completare un Ironman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare radio libera! Lo so, sono progetti utopici. Ma bellissimi.

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