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Veli e fazzoletti: tra tradizione, identità e libertà di scelta

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Veli e fazzoletti: tra tradizione, identità e libertà di scelta

Cosa collega un fazzoletto tradizionale alla moda moderna? E come possono questi simboli di bellezza e cultura diventare strumenti di potere e controllo?


Oggi esploreremo il mondo dei veli e dei fazzoletti, accessori ricchi di storia e significato, con un focus sul Friuli Venezia Giulia. Sebbene il velo possa sembrare un oggetto semplice, ha attraversato epoche, culture e religioni, assumendo significati profondi.

Assiri, Sumeri, Egiziani e altre antiche civiltà del Medio Oriente utilizzavano il velo come simbolo di potere e privilegio, un accessorio inizialmente non esclusivo delle donne.

Come riportano diversi episodi biblici, per le donne ebree, il velo assumeva un significato religioso e sociale, rappresentando sottomissione alla volontà di Dio e dell’uomo.

Il cristianesimo ereditò questa tradizione: nei primi riti nuziali, la “velazione” coinvolgeva entrambi gli sposi, ma col tempo il velo si legò soprattutto alla purezza femminile. Questo simbolismo persiste nel velo da sposa e in quello delle suore, rappresentando castità e dedizione.

Scopriamo insieme il fascino del fazzoletto nel Friuli Venezia Giulia un accessorio sempre presente nella vita quotidiana.

Immaginiamo le donne friulane di un tempo: durante i rigidi inverni, indossavano grandi e pesanti fazzoletti da spalla per scaldarsi, mentre nei campi utilizzavano fazzoletti leggeri, più piccoli e pratici, annodati dietro la nuca, che le aiutavano a lavorare con comodità. Questi fazzoletti proteggevano dal sudore e dalla polvere, diventando indispensabili per uomini e donne durante le fatiche agricole.

Tra i più antichi e preziosi c’è il fazzûl , una lunga fascia che si avvolgeva attorno alla testa, con estremità decorate da eleganti motivi rinascimentali e lembi che scendevano sulle spalle. La varietà di fazzoletti è sorprendente, e numerosi nomi con cui venivano descritti, come piécia, quadri, panùz o vel, ne sono la prova.

Erano generalmente bianchi e potevano essere quadrati o triangolari, annodati alla nuca o lasciati sciolti, spesso fissati con spilloni decorativi come tremarui o guselis.

Un esempio affascinante proviene dalla Carnia, dove un fazzoletto di tela bianca con filo rosso o marrone, noto come spondàl, era gettato sulle spalle ma utilizzato anche per coprire gerle o velare culle.

Il velo da testa, da semplice accessorio quotidiano, si trasformava in un “candido velo”, parte integrante dell’abito festivo, assumendo funzioni cerimoniali e rituali durante i matrimoni, riti di purificazione post-parto e lutti.

Questo dimostra la versatilità e il profondo valore culturale di questi fazzoletti.

Oggi questi accessori non sono solo relitti del passato.

Il fazzoletto e il velo tornano a essere potenti strumenti di espressione personale, ma possono anche trasformarsi in mezzi di controllo.

In molte culture, il velo è simbolo di fede e modestia, ma solo se indossato liberamente. Quando diventa un’imposizione sociale, perde il suo significato originario e si trasforma in uno strumento di oppressione.

Questa riflessione ci conduce a una verità fondamentale: il vero potere della moda non risiede solo nell’estetica o nella funzionalità di un capo, ma nella libertà di scelta. Un fazzoletto o un velo possono raccontare la nostra storia, ma solo se siamo noi a decidere come indossarli e cosa rappresentano per noi.

Spero che queste riflessioni che rimettono al centro la tradizione ci permettono di percorrere insieme un cammino verso un futuro più sostenibile per tutti.

Grazie per avermi ascoltato. Ti aspetto nel prossimo episodio di Radici in Stoffa.


Music by epic_musictracksPeter NesteroukPeter Nesterouk – from Pixabay


Radici in Stoffa è un podcast originale di Silvia Cacitti, realizzato in collaborazione con il Museo Etnografico e il Patrocinio del Comune di Udine. Tutte le puntate di Radici in stoffa le puoi trovare su udinepodcast.it

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Autore

  • Silvia Cacitti, Fondatrice Mindfuldress®️, accompagna le persone verso scelte di moda più consapevoli e sostenibili. Con un approccio multidisciplinare che integra il coaching dell’immagine, la psicologia della moda e una solida formazione tecnica, promuove l’autostima e incoraggia comportamenti positivi. Attraverso percorsi educativi, esplora la profonda influenza dell’abbigliamento sull’identità personale, sulla società e sull’ambiente, offrendo strumenti per un cambiamento consapevole e responsabile.

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