A Udine, fin che la qualità della vita va, lasciala andare

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A Udine, fin che la qualità della vita va, lasciala andare
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A Udine, fin che la qualità della vita va, lasciala andare.

È noto a tutti che l’indagine sulla qualità della vita 2023, del Sole 24 Ore, ci ha piazzato al primo posto. Ma un dubbio mi assale! Questo primato è tutta farina del nostro sacco?

Prima di cominciare ad analizzare l’indagine, devo fare delle premesse, che come dicono quelli bravi, fanno parte integrante di questo pòdcast.

Premessa “NUMBER 1”

Udine è da sempre la migliore città in cui si può vivere. La verità però, è che da buoni friulani, non sveliamo il nostro segreto, per evitare l’invasione di troppi ammiratori.

Premessa “NUMBER 2”

Modificare i sotto indicatori da un anno all’altro, come ha fatto il Sole 24 Ore, non ha certo aiutato la mia analisi.


L’indicatore della demografia e società ci piazza al quarantaquattresimo posto, in linea con lo scorso anno. Dei 15 sotto indicatori presenti, 5 sono nuovi, e spicca su tutti quello della solitudine, che ci relega l’ottantesima posizione su 107 province. Gli altri indicatori sono pressoché stabili, ma grazie al peggioramento delle altre provincie, saliamo in classifica. Si segnalano però peggioramenti nel comparto studio, e in quello migratorio. Ci salva la densità abitativa. Nel 2022 avevamo una concentrazione, al chilometro quadrato, di 1.083 residenti, mentre nel 2023: SOLO 104!?

FILM: Apollo 13 (Houston abbiamo un problema)

In ricchezza e consumi, dove ci classifichiamo al 28° posto, brilliamo tra i beneficiari di reddito di cittadinanza, famiglie con ISEE basso, e canoni medi di locazione. Successo anche tra i protesti procapite, e i depositi bancari, ma non grazie ai valori assoluti. Tutti gli altri indicatori sono in linea con lo scorso anno, tranne il tracollo nel prezzo medio, riferito alla vendita delle case.

Mina – Le mille bolle blu

L’indice affari e lavoro, ha la miglior performance in classifica, guadagnando 43 posizioni rispetto allo scorso anno. Analizzando i valori assoluti sembra inspiegabile, ma in soccorso ci viene sempre la media nazionale. Tra i tre nuovi indicatori abbiamo un ottima performance tra i fallimenti d’impresa, mentre non ci fa per nulla onore, il Gender day gap, cioè la differenza salariale media tra uomini e donne: Siamo al 93° posto su 107!

Paola Cortellesi – David di Donatello 2018

Cultura e tempo libero ci mette in top five. Primeggiamo nei due indicatori dedicati al benessere fisico, mentre perdiamo posizioni sull’indice di sportività, della  lettura, dell’offerta culturale, del patrimonio museale e nell’indice del clima. Insomma, a Udine, anche se fa brutto tempo, ci piace stare bene, ma in assenza di cultura!

La seconda top five, l’otteniamo con l’indicatore “Ambiente e Servizi”, che guadagna ben 25 posizioni. Tra i dati confrontabili, recuperano molte posizioni la qualità della vita dei bambini, e l’illuminazione pubblica sostenibile. Rispetto allo scorso anno, 8 indicatori su 15 sono cambiati, e questo ci ha favorito. Di questi uno mi colpisce. Siamo al primo posto per la qualità della vita delle donne! E un pensiero ironico mi assale: “A Udine, le donne stanno bene perché le paghiamo poco”?

Ed arriviamo all’ultimo indicatore; quello della Giustizia e Sicurezza. Siamo con merito al quarto posto! Qui i sotto indicatori nuovi sono solo 2. I furti di autovetture, e quelli con destrezza, che ci vedono rispettivamente settimi ed undicesimi. In quasi tutte le aree mettiamo a segno un miglioramento, in particolare tra incendi, delitti informatici, durata media delle cause civili, quelle pendenti ultratriennali, e l’indice di criminalità. A crollare purtroppo in classifica sono i furti in abitazione, e la mortalità per incidenti stradali.

In conclusione, siamo stati bravi noi udinesi, o sono peggiorati nelle altre province italiane?

Non potendo rispondere in modo matematico, utilizzo la stima del praticone, che mi fa dire: “La nave sta affondando dalla poppa, e noi, siamo seduti sulla prua”.


UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la voce sintetica di Vittorio, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.

Foto di copertina di: Zukiman Mohamad

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Autore

  • Michele Menegon

    Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla!

    A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 approdo a Radio Italia Network.

    Ideatore del programma radiofonico techno Master Quick, tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi, il più famoso dei quali è Barraca Destroy.

    Nel 1996 divento Direttore Artistico di Radio Italia Network e sono il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero passare attraverso i computer.

    Nel 2000 entro nella casa discografica Hit Mania come Direttore Generale, lanciando il fenomeno Lùnapop.notiziegolf

    Nel 2001 torno alla radio per seguire lo start-up del progetto Radio LifeGate.

    Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company, e in parallelo entro nel mondo del fitness, ottenendo diverse certificazioni: dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al Bose ecc.

    Dal 2008 sono Product Manager di Music Master, il software leader mondiale per la programmazione radio-televisiva.

    Nel 2011 costruisco con Alessandro Bellicini il progetto digitale di Golf Today, seguito poi dalle testate Amadeus e Sci.

    Nel 2019 portiamo il know-how all’editore Publimaster per le testate Golf & Turismo e Sciare.

    Nel 2021 fondiamo 3Mind, con cui nasce il progetto Notizie Golf, che lascio nel 2022.

    Nel 2023 lancio il progetto Udine Podcast, con l’obiettivo di produrre podcast realizzati da udinesi.

    Il primo è Udinesi Dentro, ma oggi la piattaforma ospita anche:

    Manca il Sale di Annalisa Sandri

    I racconti di So e Nanà di Nicoletta Agosto

    DiscoSauro di Alessandro De Cillia

    Radici in Stoffa di Silvia Cacitti

    Spazio Comune, realizzato per l’azienda Chiurlo.

    Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un triathleta.

    Un cancro, nel 2019, avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto di oncologia di Udine sono ancora qui — con il mio tumore — a raccontare un’altra storia.

    Obiettivi futuri?

    Completare un Ironman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare radio libera!

    Lo so, sono progetti utopici. Ma bellissimi.

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