Laura Antoniacomi: L’eclettismo è la mia cifra.
Magnetica, carismatica e determinata, ha una personalità intensa. Ambiziosa e orgogliosa, è una leader naturale. Profondamente emotiva, nasconde una parte di sé agli altri, mantenendo un’aura di mistero e proteggendo i suoi sentimenti più profondi. Creativa e appassionata, esprime se stessa con energia e profondità. Indipendente e autosufficiente, ha il pieno controllo della sua vita.
Laura Antoniacomi. Nell’era dei social cosa significa essere una divulgatrice?
Significa raccontare storie e trasmettere valori dalla comunità verso la comunità. Significa fare da tramite, da ponte, amplificando voce, creando spazi di confronto, di connessione, di scambio.
Cosa troviamo nella dispensa di Toni?
La dispensa di Tony è una newsletter di cultura enogastronomica che racconta esperienze schiette, che vuol arrivare al cuore e all’animo di chi la legge, con l’obiettivo di lasciare una traccia e dare voce alla realtà autentica, ai progetti, alle reti che creano valore. Il mio intento è quello di far emergere tutto questo al di fuori della sola nicchia di appassionati e appassionati, spaziando un po’ tra linguaggi, generi, tabù e storie incredibili, ovviamente, con una narrazione verso la collettività, parlando di cibo e di vino inteso proprio come un fatto culturale, essenziale e trasversale.
La sua costante ricerca dei perché della vita è guidata da un senso di scopo, una crescita personale o un bisogno di controllo?
La mia ricerca punta all’essenziale. Scavando a fondo scopro una verità che altrimenti rischierebbe di essere taciuta. E muovendomi in questo senso cresco profondamente come persona e a livello professionale. Cerco di lasciarmi attraversare dalle esperienze e di capirle profondamente. E sono curiosa di natura. Ho sempre avuto fame di novità, di scambio e di dialogo. E credo che le risposte non arrivino mai da una posizione di potere, ma da un confronto aperto, dal mettersi in gioco e dal porsi domande anche scomode.
Perché ritiene necessario fare confusione?
Trovo necessario rompere gli schemi e uscire dalle strade già tracciate per arrivare a nuove idee e prospettive. La confusione, quella creativa, è spesso il primo passo per arrivare a qualcosa di autentico e di diverso. In un mondo ordinato, dove tutto sembra avere un posto preciso, mi piace scomporre e rimescolare le carte. Ed è lì che nascono gli spunti più interessanti, dove la curiosità spesso incontra l’inaspettato. La confusione è anche un atto di ribellione. Per me significa non accettare il facile, ho già dato, ma esporre, anzi esplorare con l’incertezza, con la volontà, insomma, anche di crescere, di costruire qualcosa di nuovo e magari a volte anche di migliore.
A Roma si è formata, a Lisbona si è emozionata, mentre a Udine?
Sono tornata. Qualcuno dice che l’amore può fare dei giri immensi e poi tornare, per me è stato proprio così. Il primo amore non si scorda mai e per me Udine rimarrà per sempre a casa. E quel posto familiare che parla di radici, di spazi da vivere e opportunità da accogliere.
Leggere e scrivere sono capisaldi del suo essere e del suo lavoro. Come riesce a integrare simultaneamente le diverse tematiche che esplora?
Dunque, in pratica è come se ogni tema fosse un ingrediente che uso per creare un piatto più complesso e gustoso. Così faccio la spesa con la lettura e la scrittura diventa l’arte di far dialogare questi sapori, rendendo ogni mia riflessione più ricca e sfacettata.
Dalla danza al Pugilato, dal Malignani al Food and beverage? Il suo percorso eclettico la rispecchia?
Assolutamente sì. Il mio percorso riflette proprio chi sono. L’eclettismo è la mia cifra e ogni esperienza che ho vissuto ho lasciato un’impronta che porto con me ogni giorno. Ogni fase del mio percorso mi ha insegnato qualcosa di diverso, ma è proprio ciò che lega tutte le cose ed è proprio la mia fame costante che mi spinge e la voglia di esplorare mondi nuovi. Non avendo seguito una traiettoria lineare continuando a sperimentare i più mondi, questo mi ha dato l’opportunità di avere una visione più ampia, più aperta del mondo. Quindi mi sento in continua evoluzione, in fermento. E quindi mi sento anche proprio un collage di esperienze. Questo mi rende quella che sono oggi, una persona che cerca sempre di connettere le cose, di trovare ponti tra realtà differenti e di portare qualcosa di nuovo in tutto ciò che faccio.
Lei si innamora di tutto ciò che fa? Sono tutte storie a lieto fine?
Assolutamente no, ma è questo il gioco della vita e altrimenti sai che noia.
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
UDINESI DENTRO lo ascolti anche sulle piattaforme Amazon Music, Spotify, YouTube Music, Apple Podcast