Emil Vianello: “Non sono il primo della classe, ma il risultato lo porto sempre a casa!”

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Udinesi Dentro
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Emil Vianello: "Non sono il primo della classe, ma il risultato lo porto sempre a casa!"
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Emil Vianello: “Non sono il primo della classe, ma il risultato lo porto sempre a casa!”

Capace di cogliere le sfumature emotive di chi lo circonda, è una persona molto attenta ai dèttagli. Comprensivo verso gli altri, aspira a crescere e progredire nel suo cammino personale. Idealista e romantico, possiede una straordinaria capacità di pensiero laterale. Occhi azzurri, e sorriso sempre acceso, fanno di lui una persona accogliente.

Emil Vianello, è vero che oggi lei si trova a Udine a causa di un capannone?

Sì, si può dire di sì. Cercavamo un posto per aprire questa palestra di CrossFit che era diventato il mio sogno da qualche mese e una volta entrati nel capannone di via Sondrio è stato quasi il capannone a scegliere me, piuttosto che il contrario. Sono entrato e ho detto no, qui questo sarà CrossFit Udine. È stato proprio un colpo di fulmine, diciamo così.

Lo sport, è sempre stato una parte importante della sua vita?

Assolutamente sì. Devo dire che mio padre è molto sportivo e ha sempre incentivato me e i miei fratelli a praticare sport. Ne ho fatti di mille tipi, dal calcio al minibusket, al karate, poi più da grande la Muay thai, gli sport a combattimento e fino ad approdare il crossfit. Lì ho proprio ricevuto la scintilla, ho trovato uno sport che mi dava la grinta e la spinta di uno sport da combattimento senza il contatto fisico che purtroppo con l’andare dell’età comincia un po’ a pesare sulle articolazioni.

Perché, dopo anni di lavoro famigliare on the road, ha deciso di fermarsi?

La necessità di avere della stabilità, cosa che il lavoro precedente non mi permetteva, il continuare a spostarmi per lavoro era diventato pesante sul lungo periodo. Avere invece un’attività stabile, chiaramente creare le tue routine durante la giornata… Sarà un po’ l’età, sarà un po’ il maturare con l’andare degli anni, ma avevo necessità di stabilità.

A cosa attribuisce il senso di famiglia che si respira nella sua palestra?

Io credo che derivi dal mio background sportivo. Io sono sempre uno che ha fatto sport, ma onestamente non sono mai stato uno di quelli forti, non sono mai stato il primo della classe. E quindi mi sono sempre messo dalla parte di chi fa fatica a raggiungere un obiettivo, di chi deve sudarsi ogni singolo chilo perso sulla bilancia piuttosto che sudare un chilo in più sul bilanciere. Questo mettermi sempre nei loro panni, probabilmente, ha creato questo ambiente che adesso è frequentato da tante persone, un gruppo bello, eterogeneo. Non c’è solo quello forte, ma c’è anche la casalinga piuttosto che il pensionato. Ci si ritrova tutti insieme sia per allenarsi che per bere una birra in compagnia.

Lei è una persona fisicamente ed intellettualmente sempre in movimento. Crede che troverà mai pace?

Ahimè credo di no. Credo di no perché voglio sempre migliorare, voglio sempre con conoscere, quindi difficilmente credo di trovare pace e farò anche fatica a trovare stabilità, perché sì, la si cerca a livello cosciente, ma a livello del subconscio se si ha questa voglia di continuare a crescere non ci si sentirà mai totalmente appagati.

Il Crossfìt è un attività adatta agli udinesi?

Io dico assolutamente sì. Da mio figlio Nicolò, che ha otto anni, a Renzo, che ne ha 83, è veramente adatto a tutti. Noi lo adattiamo a seconda di chi ci troviamo davanti e nessuno si sentirà mai escluso, messo in un angolo, con una scheda pre fabbricata e così, abbandonato a se stesso.

La palestra è la sua vita, ma la sua vita, non è solo palestra!?

Questo sì, sto cercando di ritagliarmi dei momenti per me. Infatti anche con la mia compagna stiamo cercando di staccarmi almeno ogni tanto, dalla palestra perché le cose molto spesso vanno a incrociarsi senza soluzione di continuità.

Se potesse interpretare un personaggio del Signore degli Anelli, chi sceglierebbe?

Assolutamente Gimli il nano, un po’ per le fattezze fisiche, piccolo e traccagnotto, ma anche perché sì, nel film non è il primo della classe come l’elfo Legolas, ma ci mette del suo e alla fine il risultato lo porta sempre a casa.


UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la voce sintetica di Vittorio, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.

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Autore

  • Michele Menegon

    Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla! A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 approdo a Radio Italia Network. Ideatore del programma radiofonico techno Master Quick, tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi, il più famoso dei quali è Barraca Destroy. Nel 1996 divento Direttore Artistico di Radio Italia Network e sono il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero passare attraverso i computer. Nel 2000 entro nella casa discografica Hit Mania come Direttore Generale, lanciando il fenomeno Lùnapop. Nel 2001 torno alla radio per seguire lo start-up del progetto Radio LifeGate. Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company, e in parallelo entro nel mondo del fitness, ottenendo diverse certificazioni: dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al Bose ecc. Dal 2008 sono Product Manager di Music Master, il software leader mondiale per la programmazione radio-televisiva. Nel 2011 costruisco con Alessandro Bellicini il progetto digitale di Golf Today, seguito poi dalle testate Amadeus e Sci. Nel 2019 portiamo il know-how all’editore Publimaster per le testate Golf & Turismo e Sciare. Nel 2021 fondiamo 3Mind, con cui nasce il progetto Notizie Golf, che lascio nel 2022. Nel 2023 lancio il progetto Udine Podcast, con l’obiettivo di produrre podcast realizzati da udinesi. Il primo è Udinesi Dentro, ma oggi la piattaforma ospita anche: Manca il Sale di Annalisa Sandri I racconti di So e Nanà di Nicoletta Agosto DiscoSauro di Alessandro De Cillia Radici in Stoffa di Silvia Cacitti Spazio Comune, realizzato per l’azienda Chiurlo. Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un triathleta. Un cancro, nel 2019, avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto di oncologia di Udine sono ancora qui — con il mio tumore — a raccontare un’altra storia. Obiettivi futuri? Completare un Ironman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare radio libera! Lo so, sono progetti utopici. Ma bellissimi.

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