La Biblioteca di Cristina Marsili: Innovazione e Partecipazione

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La Biblioteca di Cristina Marsili: Innovazione e Partecipazione

Dallo spirito ottimista, è in costante comunicazione con tutte le persone che ruotano intorno alla sua vita. Il lavoro di squadra non la spaventa. Onesta e diretta, esprime apertamente ciò che pensa. Energia, vitalità, e un incrollabile determinazione, sono gli strumenti, con i quali opera ogni giorno.

Cristina Marsili. Ha sempre desiderato lavorare in biblioteca?

Diciamo che mi sono sempre piaciuti i libri, però no, non volevo fare la bibliotecaria. Da giovane, da adolescente, da liceale, avevo scelto il liceo scientifico per fare il medico. Poi erano gli anni ’80, sembrava quasi ci fosse un’inflazione di medici nel nostro Paese e quindi ho deciso di fare della mia passione, che erano appunto i libri, la mia professione. Mi sono iscritta a Conservazione dei Beni Culturali a Udine e da lì poi sono diventata bibliotecaria.

La Biblioteca di Udine, segue i principi di Ranganathan?

Io direi di sì. I libri sono per l’uso: Abbiamo aperto nel corso degli anni diverse sezioni per facilitare il contatto fra gli utenti e i libri. A ogni lettore il suo libro: il servizio di reference che noi facciamo nell’accompagnare il lettore nella scelta di quelli che sono i libri o i documenti che gli interessano. A ogni libro il suo lettore: Quindi una diversificazione dei materiali e dei servizi per tutti quanti. Risparmia il tempo del lettore: Il fatto di favorire l’approccio ai documenti nella maniera più immediata. E infine l’ultima, la biblioteca cresce perché si modifica rispetto al modificarsi della società nella quale è inserita. In questo senso lo intendeva Ranganathan.

C’è bisogno di un nuovo ruolo per la biblioteca?

I bibliotecari da tempo propongono un nuovo ruolo, una nuova mission della biblioteca. E noi bibliotecari siamo perfettamente consapevoli che ormai la biblioteca tradizionale non esiste più. La biblioteca deve essere un luogo vivo, un luogo di condivisione. Antonella Agnoli, ex bibliotecaria, ormai consulente delle maggiori biblioteche italiane, ha avuto una felicissima intuizione nel definire le biblioteche come le piazze del sapere, come luoghi, quindi di incontro. E questo che noi vorremmo che le nostre biblioteche fossero.

È applicabile a Udine la definizione di ‘Biblioteca Sociale’?

La Joppi, perché così è conosciuta, fra l’altro con le sue biblioteche di quartiere, con le iniziative rivolte ad ogni fascia di età e il coinvolgimento delle scuole, di enti e di associazioni del territorio, mira se non altro ad essere appunto una biblioteca sociale che favorisce il benessere dei cittadini.

Quale importanza attribuisce alla relazione tra la Joppi e i giovani?

La relazione fra la biblioteca e i giovani, gli adolescenti è fondamentale. È importante nel coinvolgimento dei ragazzi far sì che loro possano essere protagonisti di quelli che sono i servizi o le attività, le proposte, gli incontri che la biblioteca promuove. È fondamentale anche garantire a loro quei servizi, che per noi magari sono assolutamente innovativi, ma che per loro sono assolutamente naturali, perché per loro il mondo digitale è il loro mondo reale, il mondo nel quale sono immersi, nel quale vivono.

Quali sono gli obiettivi della Notte dei lettori?

Non parlerei tanto di obiettivo della biblioteca, ma parlerei dell’obiettivo di porre al centro di questo Festival (Notte dei Lettori) il lettore in quanto protagonista. Se vogliamo parlare appunto di obiettivi diciamo il concetto di rete, il concetto di lettore al centro il concetto di molteplicità ecco delle espressioni che si vogliono raccontare in quel contesto.

Come si può combattere l’idea della biblioteca come un semplice archivio?

L’unico modo per cambiare quella che è la concezione della biblioteca e quella di stimolare una partecipazione di bibliotecari, di amministratori, di cittadini che condividono insieme che cosa pensano loro sia una biblioteca, che cosa vorrebbero trovare all’interno della biblioteca, e quali sono le azioni che si devono fare per far sì che questa biblioteca non sia più un luogo soltanto di archivio, soltanto di deposito.

Quale caratteristica deve possedere oggi un buon bibliotecario?

Direi che il bibliotecario deve essere quel professionista in grado di mettere in campo quei servizi che servono alla comunità nel quale è inserito.


UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la voce sintetica di Vittorio, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.

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Autore

  • Michele Menegon

    Se indossi una maschera che funziona, è ora di cambiarla! A 18 anni entro a far parte dello staff di una radio locale e nel 1989 sono a lavorare per RADIO ITALIA NETWORK. Ideatore del programma radiofonico techno MASTER QUICK tra il 1992 e il 1995 produco alcuni dischi: il più famoso è BARRACA DESTROY. Divento Direttore Artistico di RADIO ITALIA NETWORK nel 1996 e fui il primo in Italia a credere che la gestione e la messa in onda della radio dovessero avvenire attraverso i computer. Nel 2000 approdo alla casa discografica HIT MANIA in qualità di direttore generale lanciando il fenomeno LUNA POP. Nel 2001 ritorno alla radio e seguo lo start up del progetto RADIO LIFE GATE. Dal 2002 al 2007 mi occupo di consulenza artistica per agenzie pubblicitarie e web company e parallelamente entro nel mondo del fitness ottenendo diverse certificazioni, dal Pilates al Rowing, dallo Spinning al BOSE ecc. Dal 2008 sono Product Manager del prodotto leader nel mondo per la programmazione radio-televisiva MUSIC MASTER. Nel 2011 costruisco assieme ad Alessandro Bellicini il progetto digitale di GOLF TODAY e in seguito per le testate AMADEUS e SCI. Nel 2019 portiamo il know-how all’editore PUBLIMASTER per le testate GOLF&TURISMO e SCIARE. Nel 2021 fondiamo la 3Mind che realizza il progetto NOTIZIE GOLF che poi lascio nel 2022. Lo sport ha preso il sopravvento e sono diventato un Triathleta! Un cancro nel 2019 avrebbe potuto fermare tutto, ma grazie al reparto oncologico di Udine sono ancora qui, con il mio tumore, a raccontare un'altra storia. Obiettivi futuri? Un Iroman prima dei 60 anni e costruire una palestra radiofonica dove insegnare ai ragazzi a fare la radio libera! Lo so, sono progetti utopistici, ma bellissimi.

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