
Norma Romano: “Siamo condannati a scegliere”!
Empatica e visionaria, unisce profondità emotiva e spirito innovativo. Vive di intuizioni, connettendo cuore e mente in un equilibrio unico. Protettiva e sensibile, accoglie chi le sta accanto, ma difende con forza la sua indipendenza. Curiosa e originale, cerca sempre nuove prospettive, trasformando sogni e sentimenti in idee concrete.
Norma Romano, come si diventa consulenti filosofici?
In Italia, per essere un buon consulente filosofico bisogna essere laureati in filosofia, poi frequentare un master universitario o un corso promosso da un’associazione professionale. Tuttavia, ritengo opportuno e suggerirei andare a bottega con tirocini, supervisioni attive da un professionista, quindi penso che l’esperienza è quella che fa diventare un consulente filosofico un buon consulente filosofico.
Chi si rivolge a lei cosa cerca?
Cerca benessere, cerca la soluzione di un problema, cerca di sciogliere un suo dubbio, cerca di prendere una scelta, di migliorare le sue relazioni. Potrei azzardare un’unica parola: cerca la felicità, quindi cerca un modo diverso, un dialogo diverso per sperimentare la conoscenza di sé e uscire da una situazione complessa o problematica che la vita gli ha messo davanti.
Quanto la nostra società ha bisogno del dialogo filosofico?
Tantissimo. Ieri come oggi e come domani, direi. Cos’è un dialogo filosofico? Intanto, chiariamo questo. Un dialogo che non è volto a trovare una soluzione spiccia, quindi non è un problem solving. È un dialogo piuttosto con un ascolto attivo, volto a una chiarificazione, un’esplorazione di sé e del problema. Il dialogo filosofico cerca appunto di dare uno strumento che possa servire non soltanto per risolvere quel problema che ci ha portato ad andare a richiedere l’aiuto al professionista, ma una tecnica che possiamo utilizzare nella nostra vita quotidiana.
Cosa rappresenta la scelta nel percorso di crescita e consapevolezza di una persona?
Spesso in modo provocatorio dico che noi siamo condannati a scegliere, noi scegliamo sempre. Pensiamo a quante scelte facciamo nella nostra vita. Dobbiamo, dobbiamo scegliere, siamo spesso davanti a un bivio. Pensiamo anche a quante scelte facciamo soltanto in un’unica giornata. Allora, avere la consapevolezza del nostro modo di reagire davanti a una scelta, quindi cercare di capire cosa ci orienta di più in una scelta: l’istinto, i valori, la ragione. Quindi esplorare questo recinto di opportunità aiuta sicuramente a, non soltanto a conoscerci meglio, ma ad orientarci nelle scelte future.
La vita è un labirinto o siamo noi a viverci dentro?
A volte abbiamo la sensazione di essere dentro un labirinto, e cosa accade? Spesso cerchiamo semplicemente l’uscita, vogliamo uscire da quel labirinto, lo cerchiamo in maniera affannosa, vogliamo trovare proprio la luce in fondo al tunnel. La cosa importante però, secondo me, è il percorso che facciamo dentro quel labirinto e il cambiamento che abbiamo dentro quel labirinto, perché quando usciamo necessariamente non saremo quelli che eravamo al punto di partenza. E in questo caso in cosa ci aiuta la filosofia? La filosofia ci dà un supporto, quindi un po’ una-una torcia che ci aiuta in quel percorso, quindi a uscire da quel labirinto e a conoscerci meglio durante quel tragitto che stiamo compiendo, che è una fetta importante della nostra vita.
Puoi spiegarmi l’importanza della filosofia familiare?
Nella mia esperienza ho potuto toccare con mano il beneficio della filosofia nei piccoli gruppi, quindi nelle coppie, nelle famiglie, anche con bambini piccoli dai quattro ai dieci anni. Nel momento in cui ci sono delle incomprensioni, a volte avere un professionista che ci aiuta a chiarirle meglio e a cercare quell’armonia perduta, quindi cercare di andare oltre quell’incomprensione, sicuramente aiuta la famiglia a fare un percorso di crescita e consapevolezza più rispettoso delle differenze, anche dei bambini, anche dei piccoli o dell’altro in generale.
Per lei la ricerca è un processo senza fine. Dipende dal fatto che le domande cambiano o perché ogni risposta apre nuovi orizzonti?
Entrambe. Sicuramente le domande nella nostra vita cambiano e quindi anche nella stessa giornata una domanda può cambiare. Tuttavia penso che una buona domanda non dovrebbe mai darci una risposta definitiva che chiude un cerchio. E credo fortemente nel primato della domanda in filosofia perché a volte non riusciamo a trovare la soluzione ad un problema perché la domanda non è corretta. Troviamo la risposta nel momento in cui ci facciamo la domanda giusta.
Trasferirsi a Udine è stata un’azione coraggiosa. Rimanerci che cos’è?
Allora, trasferirmi a Udine sicuramente è stata un’azione coraggiosa perché non conoscevo la città, quindi l’ho scelta al buio. Rimanerci, oserei dire, è una scelta consapevole, invece, fatta con filosofia.
UDINESI DENTRO è un podcast originale di Michele Menegon, la voce della sigla è di Gianmarco Ceconi, la musica di Massimo Cum, la post produzione e il sound design di Michael Hammer.
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